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Tutto McLaren - L'angolo del Professor
2016

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GP di Gran Bretagna 2016

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Figlio d'arte, il padre, Jos, chiamato anche simpaticamente Versbatten per numerosi incidenti provocati/subiti, e madre pilota di kart, Max è la vera rivelazione di questa annata agonistica ( pensiamo che ha solo 18 anni...) in grado di battere piloti e vetture stratitolati come in altre occasioni e pure oggi, nella mitica Silverstone, sede della prima gara del Campionato mondiale di F.1 quando correva l'anno 1950.

La facile vittoria Mercedes con Hamilton a casa sua a farla da padrone/dominatore della gara era del tutto prevedibile ( meno la penalizzazione di Rosberg che gli costa la seconda piazza a favore di Verstappen ), mentre la rincorsa Red Bull, importante il quarto posto di Ricciardo, sempre regolare e competitivo, su Ferrari ha portato il Team austrobritannico a ridosso delle Rosse in classifica Costruttori, ma soprattutto a superare le stesse in fatto di prestazioni, tanto da impegnare ( non impensierire naturalmente ) la stessa Mercedes.

Disastro Ferrari su tutta la linea con Raikkonen a mendicare una quinta piazza , mentre Vettel, autore di una serie infinita di errori, arriva appena ai punti.

Le vetture di Maranello sembravano di media fascia, impegnate a superare concorrenti impensabili come avversari di una Casa così autorevolmente prestigiosa: non vorrei essere nei panni dei responsabili del Team di fronte a Marchionne....

Le altre sappiamo sono lì a fare numero, attente a non farsi doppiare o quasi a seconda dei circuiti, incapaci di un progresso tale e continuato da fare sperare in una qualsiasi svolta, anche modesta.

Alonso si è battuto con la grinta di un campione, ma sembrava combattere col moschetto contro le mitragliatrici soccombendo anche più del prevedibile per i troppi rischi presi inutilmente.

Arrivederci tra due settimane nel kartodromo di Ungheria, cui seguiranno le tre più belle gare dell'anno: Germania, Belgio, Italia.

Cari saluti a tutti voi, da Fabrizio Pasquali

….continua...( correva l'anno 2002 )...”Qualcuno ha paragonato la stagione agonistica 2002 a quella del 1988 quando McLaren era talmente forte da poter verosimilmente aspirare a 16 vittorie su altrettanti Gran Premi.

Non si è tenuto conto, in questo assunto, che nel Team di Woking usavano darsi battaglia (e botte dure) due campioni in assoluto come Prost e Senna, per cui non mi pare corretto il paragone, naturalmente riferito ad una Casa egemone diversa, Ferrari, dato che in questa vi è un immenso pilota, Michael Schumacher, affiancato da Rubens Barrichello che, sia in valore assoluto, che, talvolta, per ordine di Scuderia, è ben lontano dal "Mostro" di Kerpen.

Ecco pertanto che il Campionato che ne scaturisce è decisamente "senza storia" e i fra i più monotoni di tutta la memoria del Circus: cerchiamo comunque di descriverlo per qualche (raro) spunto di interesse dimostrato.

Per gli amanti delle statistiche e dei record va detto che ben 15 vittorie vanno a Ferrari, di cui 11 a Michael Schumacher e 4 a Barrichello (riscontrabili peraltro queste tutte nella seconda parte della Stagione, vale a dire a Campionato sostanzialmente concluso per i Titoli già assegnati ).

Piccolo "strappo" di Rubens al Nürburgring o ad Indianapolis ove vince battendo in volata Michael, ma si tratta di episodi praticamente senza significato agonistico considerato l'andamento alla "Campionato monomarca".

Lasciando per un momento la "strada Ferrari", percorriamo a passo svelto "i viottoli" delle (si fa per dire) Concorrenti che si spartiscono la "miseria" di un Gran Premio a testa con Ralf Schumacher (Williams) a vincere in Malesia, con Montoya ottimo secondo, e Coulthard (McLaren) primo a Monaco.

Vi è peraltro una sostanziale differenza in queste prestazioni vittoriose: se infatti nei circuiti particolarmente veloci (come Sepang) Williams può in qualche modo giocare la sua carta, forte del potente Bmw che riesce in qualche modo ad esprimersi malgrado un assetto decisamente ancora da migliorare, McLaren invece rimane dichiaratamente solo terza forza e la vittoria di Coulthard a Monaco è dovuta alla perizia di un pilota consumato su quelle strade che, in tale occasione, è preciso al punto da impedire sorpassi di sorta.

Chi conosce il circuito di Montecarlo sa che solo un errore di chi conduce può consentire all'inseguitore un sorpasso pulito e senza rischi di sorta.

Resta comunque interessante il percorso di Williams tutto rivolto alla crescita del mezzo che, grazie all'aggressività di Montoya più ancora che di Ralf Schumacher, dimostra quanto potenzialmente sia nascosto nel progetto globale, sì da intuire che, con ulteriori affinamenti del telaio, la vettura può divenire la vera alternativa alla "Rossa" di Maranello.

Va ricordato ancora che Bridgestone lavora ora quasi in esclusiva per Ferrari, mentre Michelin gestisce praticamente tutti gli altri, da cui scaturisce la logica conseguenza che la Scuderia italiana può contare su uno pneumatico praticamente "su misura" a garantire ed esaltare la validità del progetto macchina nella sua superiorità assoluta.

Un unico "straccio" di podio viene “casualmente” lasciato ai Team minori (Irvine terzo a Monza su Jaguar) a confermare l'abisso prestazionale che di fatto spacca in tre segmenti il Campionato: Ferrari a correre da sola, Williams e McLaren a spartirsi podi, mentre agli Altri... le briciole.

Lo scrivente ritiene di far cosa gradita al Lettore aggiungere, relativamente alle ultime due Stagioni agonistiche ( 2002-2003), proprio perché ancora presenti nella mente degli appassionati, stralci dei personali commenti relativi ai singoli Gran Premi i cui originali fanno parte delle pubblicazioni a suo tempo presenti sul “Web”......” ( continua )

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