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Tutto McLaren - L'angolo del Professor
2016

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GP d'Europa 2016

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Come preannunciato durante lo scorso appuntamento, il circuito di Baku si è presentato, malgrado l'intervento di un noto urbanista austriaco, quel “vorrei, ma non posso”, che nuoce gravemente ad una competizione altamente specialistica come la F.1.

Si è voluto valorizzare la bella città antica, ma anche esporre in vetrina la moderna, dato che questa si propone anche come meta turistica: ecco quindi i percorsi tortuosi ( con cui ha fatto i conti un distratto Hamilton il sabato ) uniti ai lunghi rettilinei in grado di esprimere l'ebbrezza di velocità degne di Monza, col risultato tipico delle cose ibride, per le quali è necessario il compromesso, fenomeno questo assai poco in linea con l'agonismo estremo della categoria automobilistica maggiore ( risibile l'uscita in salita dalla città vecchia, come se le frecce di F.1 provenissero dal garage condominiale... ).

Mercedes mette comunque in riga tutti col redivivo Rosberg, regolarista in questo caso, in grado di vincere senza forzare, non solo, ma capace pure di guadagnare il “Grande Slam” alla faccia di Ferrari ed altri, gongolanti al via per il citato “liscio” di Hamilton.

Ed è pure andata bene a Vettel e Perez ( bella la sua prova con la Force India motorizzata Mercedes ) che Hamilton, a metà gara, abbia perso l'elettronica della sua vettura, riguadagnandola, tardi per lui, solo nel finale.

Red Bull non raggiunge Ferrari per un assetto decisamente sbagliato in entrambe le vetture: subito in debito di gomme, poi alla continua ricerca di una mescola soddisfacente ( coperta troppo corta....? )

Detto della Force India, gli altri team si mantengono in quell'aurea ( mica poi tanto …) mediocritas facendosi praticamente tutti doppiare e ciò è tanto più grave data la lunghezza del circuito.

I prossimi sei appuntamenti saranno i più spettacolari e determinanti per un corretta classifica finale.

Ci rivedremo in Austria dal vostro, Fabrizio Pasquali

… ( correva l'anno 2000 )....“ Che il 1999 fosse un anno di transizione lo si poteva desumere dalla "fatica " profusa da un campione come Hakkinen per aver ragione di un buon pilota (ma non un asso) come Irvine (considerato naturalmente l'incidente occorso a Michael Schumacher che l'aveva costretto ad un "pit stop" lungo ben sette Gran Premi), per cui, come già accennato, è più che lecito ribadire il concetto che Ferrari ormai ha colmato ampiamente il “gap” rispetto a McLaren, presentandosi all'appuntamento col Millennio come la vera vettura da battere.

Se infatti andiamo ad analizzare cosa avevano avuto in più le "Frecce d'argento", ci balza subito alla mente la leggerezza ed in particolare quella del propulsore Mercedes Ilmor.

Ebbene la gran parte del segreto di tale eccezionale "peso piuma" era legato al “berillio” largamente usato in lega specie negli organi in movimento.

Ciò comportava tre vantaggi basilari: la possibilità di "girare" a regimi più alti provocando minori vibrazioni agli organi legati al propulsore e più in generale alla vettura stessa; sopportare molto bene le più alte temperature d'esercizio date le caratteristiche fortemente disperdenti della lega al berillio e la sua modesta deformabilità; avere a disposizione masse consistenti da utilizzare come zavorra variabile in funzione degli assetti più consoni al singolo circuito.

L'improvvisa messa al bando di tale materiale (considerato nocivo alla salute) fa sprofondare nella crisi più nera i motoristi di McLaren e non è un caso che i primi piazzamenti di tale unica Concorrente di Ferrari avvengano non prima del terzo Gran Premio stagionale, a San Marino, ovvero dopo il rientro in Europa dalle trasferte in Australia e Brasile in cui Michael Schumacher aveva vinto da trionfatore.

Per tutta la seconda parte dell'inverno e nella primavera a Woking, ed in genere nelle sedi progettuali ed operative di McLaren, si è cercato di ovviare al problema con scarsi risultati malgrado un'infinita serie di motori "arrostiti".

Ferrari, cresciuta anno per anno affinando sempre più il "progetto macchina", intelligentemente inteso come complesso inscindibile di telaio, motore, pneumatici, passo dopo passo è arrivata alla creazione di uno stupendo, quanto solido, "giocattolo da gara" e, soprattutto, in continua ascesa prestazionale.

Il 2000 vedrà infatti il vano tentativo di McLaren di raccogliere quanto è rimasto di buono della MP 4/14 alle prese con un motore fortemente rappezzato.

Si ha notizie infatti di cilindri "incamiciati", nonché di pistoni e valvole in continua ricerca di quelle caratteristiche impossibili da ottenersi con materiali diversi.

Hakkinen esprime quanto di meglio sa fare e riesce in un secondo posto ad Imola, a vincere in Spagna ed in Austria, mentre Coulthard è primo in Inghilterra ed a Monaco (il solito gioco "al massacro" fra i piloti della Casa di Woking teso a rubarsi vicendevolmente i punti del mondiale), ma la marcia delle Rosse, e di Schumacher in particolare, malgrado alcuni incidenti occorsi nella fase centrale della Stagione agonistica (Francia, Austria e Germania) è inesorabile.

Il Finlandese mette del suo in Austria e soprattutto in Belgio (epocale il sorpasso "a tre" ai danni di Schumacher con Zonta doppiato ed allibito a guardare i due Campioni scatenati), tiene anche a Monza (secondo) con una vettura che, testimone chi scrive, cede almeno 500 e più giri alla Rossa del Tedesco, per capitolare alla fine nelle ultime tre gare ove il mezzo meccanico, chiamato a rispondere in pieno, palesa tutti i suoi limiti.

In questa stagione tutta caratterizzata dal duello sopradescritto c'è perfino posto per la prima vittoria in un Gran Premio di Barrichello (seconda guida in Ferrari dopo il passaggio di Irvine alla Jaguar, ex Stewart Ford, in seguito ad una certa incompatibilità di carattere con M. Schumacher) che in Germania approfitta di una rocambolesca situazione a suo favore (invasione di pista di uno squilibrato che di fatto annulla il consistente svantaggio accumulato nei confronti dei due della McLaren) portando così anche lui preziosi punti a Maranello.

Gli altri Team sono lontani "anni luce" per manifesta inferiorità delle vetture: ricordiamo solo Ralf Schumacher per i podi in Australia ed a Monza, nonché Fisichella, secondo in Brasile e terzo a Monaco ed in Canada.

La stagione sarà pertanto di buon auspicio per la Ferrari tanto da costituire solo il primo gradino di una trionfale ascesa di cui non si vede a tutt'oggi un'inversione di tendenza. …..”

( continua )

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