3.232.570 

dal 19/11/1999

START | Storia | Produzione | Clienti/Serie | Motori | Titolari | Società | Factory | Album | Albo d'Oro | Formula 1 | IndyCar | FE / XE | Altre categorie
Calendario | E-mail | Servizi | FanBox |
Tutto McLaren - L'angolo del Professor
2016

Australia Bahrain Cina Russia Spagna Monaco Canada Europa Austria Gran Bretagna 
Ungheria Germania Belgio Italia Singapore Malesia Giappone Stati Uniti Messico Brasile 
Abu Dhabi 

<

GP di Monaco 2016

>

Come proprio da queste pagine è stato più volte detto, Monaco rappresenta un appuntamento del tutto anomalo per la F.1, anche se prestigioso ed atteso, un fenomeno tanto mondano, quanto unico.

I risultati hanno spesso dimostrato questo assunto con la vittoria di ottimi piloti sì, ma anche alla guida di vetture non al top della caratura mondiale.

Aggiungiamo tanta pioggia, molti giri dietro alla safety car ed altrettante frenate per gli interventi della safety virtuale: il risultato porta ad una vittoria Mercedes con Hamilton ( sembra quest'anno l'uomo sbagliato ), mentre Rosberg risulta in difficoltà sin dall'inizio, con un passo gara assolutamente fuori da ogni spiegazione logica. Da Mercedes non trapela nulla ed i suoi pit stop sono stati apparentemente regolari senza interventi sulla meccanica......Cosa è successo ?

Red Bull mette le ali ( come nello slogan pubblicitario ) a Ricciardo che avrebbe vinto se non penalizzato da un pit da comiche finali.

Perez con Force India davanti a Ferrari di Vettel ed Alonso con una rediviva McLaren ( per altro molto lontana ) a tener dietro Rosberg e Mercedes.....

Tutto ciò va rivisto in condizioni normali, su una pista adatta alla F.1, magari asciutta, con partenza come da regolamento e così via.

Va segnalato ancora una volta la singolarità di questa gara e presa per quanto divertente sia stata la sua imprevedibilità.

Con viva simpatia, Vs/ Fabrizio Pasquali

…...( correva l'anno 1998 ) “Come si diceva all'inizio del capitolo, le novità in questo recente periodo di Formula Uno si contano anno per anno, mentre si rileva che l'ottica è quella di frenare “ l'escalation “ prestazionale delle vetture a vantaggio della sicurezza per i piloti: così nel ‘98 scompaiono le "slick" per lasciare posto agli pneumatici con scanalature.

Ferrari, in costante crescita, inaugura la moda degli scarichi in alto, sistema che i maligni dicevano essere conseguenza di un difetto di progettazione. Resta comunque il fatto che, successivamente, tali scarichi figureranno sempre più spesso in Formula Uno a significare evidentemente una motivazione ben più profondamente tecnica.

Crediamo interessante, a questo punto, sottolineare quanto stia avvenendo a Maranello e presso le Concorrenti inglesi più competitive, vale a dire Williams e McLaren.

Ferrari prosegue in una lenta, ma inesorabile, marcia di progressiva innovazione atta ad aumentare le potenzialità del mezzo pur senza rivoluzionare il progetto, ma, pietra su pietra, caratterizzandolo con miglioramenti significativi. Oltremanica al contrario vige l'usanza di ripartire dal "foglio bianco" con tutti i rischi (ed anche i successi per altro) che questa "filosofia progettuale" comporta.

Si capisce in quest'ottica infatti come, col passaggio di Adrian Newey da Williams a McLaren, lo specialista inglese, di scuola aeronautica, abbia in un solo anno "partorito" una vettura fortemente competitiva, sì da trasformare le passate scialbe stagioni del Team di Ron Dennis in allori mondiali, tanto da ricordare i tempi di Prost e Senna.

Ecco che in quest'ottica si comprende come un pilota come Hakkinen, considerato un valido artigiano del volante fino a quel momento, con una vettura finalmente competitiva possa esprimere il suo grandissimo potenziale che, nel triennio ‘98/2000, lo porterà ad essere il vero avversario della "Campionissimo" Michael Schumacher.

E ciò avverrà "malgrado" Coulthard, altro enigma nella storia dei piloti su cui sarà bene spendere due parole a beneficio del lettore.

Lo scozzese David Coulthard si presenta in Formula Uno come "eccezionale fenomeno", vantando "performance" rimarchevoli nelle categorie minori tanto da far spargere fiumi di inchiostro sul suo effettivo potenziale.

Arrivato alla Formula maggiore alternerà invece prestazioni rimarchevoli ad altre oggetto di pesanti critiche, quando non diverrà protagonista di inspiegabili comportamenti.

La cosa è ancora più enigmatica data la proverbiale bonomia ed affabilità del Pilota, che si scusa e spiega, alla luce di una gentilezza squisita, ogni fatto con la naturalezza più sconcertante.

Tale comportamento, in cui per altro non amiamo addentrarci anche perché non ci porterebbe da nessuna parte, di fatto danneggerà sia Schumacher (nel '98) che soprattutto Hakkinen (nel triennio sopra citato), al punto che si conieranno per lo Scozzese definizioni varie, fra le quali quelle di "mina vagante" quando non "terzo pilota Ferrari".

Va detto per inciso che David Coulthard sa guidare ed anche bene, che è accreditato di una quindicina di vittorie in altrettanti Gran Premi, che ha conquistato numerosissimi podi con tanto merito, ma resta comunque l'incostanza e soprattutto l’incomprensibilità di certi suoi comportamenti in gara che fanno di lui una "rebus": sarebbe interessante che fosse lo stesso Pilota Scozzese a chiarirci i fatti, magari una volta appeso il casco al chiodo.

Chiusa la parentesi, torniamo alla stagione agonistica che si presenta avvincente più che mai.

Hakkinen apre alla grande (vittorie in Australia e Brasile con Coulthard secondo in entrambi i Gran Premi) a confermare l'ottima realizzazione tecnica di Newey; ma Schumacher già in Argentina si fa sotto.

Dopo l’ episodica vittoria di Coulthard ad Imola, i due pretendenti al titolo mondiale si alternano ai primi posti ( ad Hakkinen, oltre i citati Gran Premi d'Australia e Brasile, vanno Spagna, Monaco, Austria, Germania e Lussemburgo, mentre Schumacher vince in Argentina, Canada, Francia, Gran Bretagna, Ungheria ed Italia) così da arrivare all'ultimo appuntamento, in Giappone, con il Finlandese a precedere di quattro punti il Tedesco, ma col vantaggio di una vittoria in più che, in caso di parità di punti, gli varrebbe il Titolo mondiale.

Le cose si mettono subito male in casa Ferrari, dato che la vettura di Schumacher si spegne in partenza. Nella foga di rincorrere e risalire dall'ultimo posto, Michael prende cordoli di troppo fino ad afflosciare una gomma che lo costringe al ritiro.

Il titolo va quindi con assoluto merito ad Hakkinen che, imperterrito, guida il Gran Premio dal primo all'ultimo giro sempre in testa dimostrandosi così campione di razza.

A questo punto andiamo a sfatare un'altra "leggenda metropolitana" dell’anno che indicherebbe proprio in Coulthard il "killer" che avrebbe impedito a Schumacher di conquistare il titolo.

Alludo al " fattaccio" di Spa, quando, con Hakkinen già ritirato e Schumacher proteso verso la vittoria, Coulthard gli avrebbe teso la trappola procedendo lentamente sotto una pioggia torrenziale, quasi a voler creare un muro di sbarramento all'incedere del Ferrarista.

Abbiamo visto e rivisto mille volte l'episodio ed anche se così fosse, dato che lo Scozzese procedeva ad andatura ridotta, ma assolutamente alla sua destra come di dovere, sarebbe stata preoccupazione di Schumacher tenere un'andatura ed una traiettoria più prudente al fine di evitare potenziali intoppi considerate le avverse condizioni meteorologiche.

A prescindere per altro da questa sterile polemica, anche volendo concretizzare in punteggio attivo i "se" ed i "ma", Michael Schumacher pur con i dieci punti del Belgio sarebbe rimasto, alla “fine della giostra” comunque sotto Hakkinen di quattro , e qui mi fermo perché certe "dietrologie" del tempo sono indice di una pretestuosità poco affine allo sport.....” ( continua )

Tutto McLaren - L'angolo del Professor - Menu

E-mail

“ Quei temerari a ruote scoperte “ - ( Formula Uno in pillole )