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Tutto McLaren - L'angolo del Professor
2016

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GP d'Austria 2016

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Sempre di coperta corta si dovrà parlare almeno per tutto il 2016: con una decisione assai discutibile, infatti, Vettel ha mantenuto gomme assai morbide per un tratto decisamente troppo lungo e, verosimilmente, la causa dello scoppio del posteriore destro è stata determinata da un' usura eccessiva, tanto più che le brusche accelerazioni del circuito austriaco mettono veramente a dura prova la coppia delle ruote motrici.

Anche le anteriori vengono assai sollecitate dalle frenate frequenti e brusche, ma le loro temperature di solito vengono maggiormente contenute dall'impianto frenante e dai deviatori di flusso appositamente studiati.

Solito duello e polemica a non finire in casa Mercedes, dove, a prescindere da un discutibile cambio gomme criticato dallo stesso Hamilton, il compagno-rivale Rosberg, in un attimo di vera follia, ha compito un gestaccio degno degli anni '90, quando i migliori si buttavano letteralmente fuori senza alcun ritegno.

Raikkonen fa quello che può dietro a combattere una Red Bull sempre più incalzante.

Ferrari dovrebbe stare più attenta nelle strategie per mantenere sino alla fine il secondo posto Costruttori.

Patetico il veloce Button che finalmente ha potuto, grazie ad una partenza al fulmicotone, giungere all'arrivo in una posizione quasi accettabile per un ex campione del mondo.

Malgrado la Brexit, ci vedremo tra una settimana in Gran Bretagna, pagando ovviamente con sterlina svalutata.....

Fabrizio Pasquali

...correva l'anno...( 2001 )...”Ottimo professionista Jo Ramirez (responsabile dei servizi logistici in McLaren), ma cattivo profeta quando, alla fine del 2000, consegnando il numero "Uno", già di Hakkinen, a Jean Todt (Ferrari) si lasciava sfuggire una frase che suonava più o meno così: "Lo presto a voi per un anno, poi ce lo ritornerete... "

Non me ne voglia il valido Messicano di Woking, ora “infelicemente” pensionato, se asserisco che questa frase ha fatto sorridere un po’ tutti, mentre i più maliziosi ricordavano in tono beffardo gli anni bui di Ferrari coincidenti con l'apogeo di McLaren, secondo il motto eterno come il mondo: "Oggi a te domani a me".

E la stagione 2001 infatti conferma, o meglio, esalta l'ascesa della Casa di Maranello che, col suo Leader indiscusso, comincia la conquista di quei i record che forse rimarranno imbattibili nella storia della Formula Uno.

Già nel corso della Stagione verrà infatti battuto il primato di Prost (51 vittorie in Gran Premi validi per il Mondiale) ed anticipiamo che nel 2003 Michael Schumacher supererà il leggendario Fangio (cinque volte campione del mondo), conquistando il sesto alloro iridato, mentre continua la sua sfolgorante carriera agonistica.

Restano in "vigore" solo due primati importanti: il numero di presenze in Gran Premi (Patrese con 256) e le "pole position" conquistate (Senna con 65).

Ma, ritornando “in diretta”, vediamo quali importanti innovazioni presenta il Regolamento FIA: dall'anno in corso viene liberalizzata l'elettronica.

Ma cosa succede, direbbe l’attento lettore, fino ad ora non vi era forse già un fardello corposissimo di sofisticate apparecchiature a bordo ed ai box?

Senza tediare nessuno con pagine di pseudo tecnologia secondo il frasario stucchevole tipico di chi redige i Regolamenti e (peggio ancora) di chi ha il coraggio civico di approvarli, si può riassumere il tutto dicendo che la vera unica importante innovazione riguarda il controllo della trazione nelle sue due fasi fondamentali : la partenza e la regolazione automatica della potenza in curva (in pratica un taglio parziale nell’accensione e/o nell'erogazione del carburante); tutto il resto "è poesia", come diceva un celebre ingegnere meccanico, ottimo professionista, nel suo essenziale pragmatismo.

Ma, poesia o prosa che sia, l'innovazione scatena un subbuglio nei Team che riescono a far rimandare tale liberalizzazione di qualche mese adducendo motivi di ritardo negli studi e nelle applicazioni tecnologiche degli stessi.

Rimane comunque il fatto che, all'avvio delle operazioni, Michael Schumacher si presenta con una doppietta di vittorie ( Australia e Malesia) ed un secondo posto in Brasile (dietro a Coulthard).

Mentre Ferrari procede nella sua marcia trionfale col suo Leader, McLaren annaspa ancor più dell'anno precedente palesando quanto sia allargata la forbice prestazionale fra Maranello e Woking.

Qualche buona sorpresa viene invece da Williams che inizia anche a vincere con Ralf Schumacher (San Marino, Canada e Germania) e Juan Pablo Montoya (sfortunato nella prima fase del Campionato, riesce a far suo il solo Gran Premio d'Italia) grazie al "motorone" Bmw accreditato, si dice, di "cavalleria" addirittura superiore a Ferrari.

Williams però pecca, nel biennio 2001-2002, essenzialmente in telaistica ed elettronica: le forti potenzialità del propulsore (peraltro non sempre affidabile nel periodo citato in quanto vittima di frequenti rotture) stentano a trovare degli assetti interessanti, obbligando entrambi i piloti spesso a vere acrobazie per domare una vettura imperfetta quanto difficile.

Ma il 2001 è anche l'anno delle "comiche" grazie proprio all'elettronica innovativa che alcune Case stentano ad interpretare divenendo così protagoniste di scene talvolta esilaranti.

Hakkinen per buona parte della stagione non riesce proprio a partire, e ciò a causa di un'elettronica sofisticata quanto inaffidabile, tanto da ritenere logica la supposizione che collocherebbe proprio in quei giorni la sua decisione di concedersi "un anno sabbatico" in attesa dell'evoluzione degli eventi.

Alla luce degli stessi, infatti, riterrà poi opportuno appendere definitivamente il casco al chiodo non sopportando di mettersi alla guida di un mezzo sempre meno competitivo.

Ha comunque modo di far risaltare la sua classe, quando la vettura si comporta in modo appena accettabile, vincendo a Silverstone e ad Indianapolis, chiudendo così la sua brillante carriera col bel gesto di Suzuka, quando cede il podio a Coulthard, per sparire dal Circus in sordina, proprio in totale sintonia col suo modo d'essere.

Si diceva di Williams che contribuisce, non da sola per altro, ai siparietti esilaranti: uno fra tutti, ricordiamo l’episodio di Ralf Schumacher lasciato a ruote alzate sul cavalletto mentre tutti gli altri prendono il via.

Non è esente da simili facezie anche Ferrari quando in Australia fa rientrare entrambi i piloti contemporaneamente perdendosi, fra l'altro, una ruota come ai tempi di Irvine.

Saranno comunque i piloti della Williams a fornire qualche momento alternativo all'egemonia del binomio Michael Schumacher/ Ferrari che, con il Mondiale acquisito già in Ungheria, involontariamente produce una drastica riduzione nell’attenzione degli appassionati.

Barrichello, malgrado la "super vettura", riesce nel record negativo di non vincere neppure un Gran Premio, lasciando inoltre il secondo posto a Coulthard malgrado l'abissale differenza delle vetture guidate.

A fine gare Michael Schumacher doppia in punteggio gli inseguitori e Ferrari, nei Costruttori, è largamente in testa, malgrado l'apporto tutto sommato modesto della sua seconda guida.

La stagione agonistica mette in risalto alcune individualità interessanti fra cui i due “gioielli” di Sauber, Raikkonen e Heidefeld, il primo dei quali prenderà degnamente il posto di Hakkinen in McLaren a partire dal 2002.

Stagione decorosa anche per Jarno Trulli e Jacques Villeneuve considerate le vetture a disposizione certamente appartenenti al lotto di seconda fascia.......” …..continua.........

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