3.232.141 

dal 19/11/1999

START | Storia | Produzione | Clienti/Serie | Motori | Titolari | Società | Factory | Album | Albo d'Oro | Formula 1 | IndyCar | FE / XE | Altre categorie
Calendario | E-mail | Servizi | FanBox |
Tutto McLaren - L'angolo del Professor
2016

Australia Bahrain Cina Russia Spagna Monaco Canada Europa Austria Gran Bretagna 
Ungheria Germania Belgio Italia Singapore Malesia Giappone Stati Uniti Messico Brasile 
Abu Dhabi 

<

GP del Canada 2016

>

Comportamento suicida quello di Maranello ( per aver effettuato un cambio gomme in più ) o coperta troppo corta ?

Difficile a dirsi, anche con il senno di poi: rimane il fatto che probabilmente Ferrari consuma di più lo pneumatico rispetto a Mercedes, che la partenza al fulmicotone di Vettel è anche dipesa proprio da gomme particolarmente prestazionali, ma per forza di cose più usurabili, che il telaio Mercedes è alla lunga il più affidabile e...via così.

Va comunque segnalata la gara “a due” di Hamilton e Vettel a confermare la loro indiscussa superiorità sugli altri del mazzo, per cui, a meno di stravolgimenti difficilmente ipotizzabili, dovremmo assistere ancora ad un mondiale targato Stoccarda con il Pilota inglese a ripetere il successo 2015.

Il Canada, con il suo circuito breve e velocissimo, ha portato al doppiaggio di molti concorrenti, ma , anche e soprattutto, segnato una graduatoria netta di valore tra i piloti che, obbiettivamente, non può che essere confermata in un prossimo futuro.

Le seconde guide restano tali, sia Rosberg che Raikkonen, dato che quando vogliono comportarsi da “fenomeni” succede loro qualcosa: inevitabile, non è sfortuna.

Red Bull contesta il secondo posto a Ferrari e questa sarà la vera sfida della stagione, naturalmente alludendo alla classifica Costruttori, dato che per quella Piloti si è già detto.

La velocità del circuito canadese ha consentito a Williams di salire sul podio, grazie al motorone Mercedes del Team inglese, ma a quasi un minuto …....altra gara.

Siamo curiosi di assistere al prossimo G.P. d'Europa a Baku, su un circuito cittadino che, personalmente, come i simili del resto, ritengo inadatto per tale genere di gare. Vedremo.

Un caro saluto a tutti gli affezionati lettori, da Fabrizio Pasquali

… ( correva l'anno 1999)...” L'ultima stagione del millennio, povera di interessanti novità tecnologiche (si annota solo le quattro scanalature sugli pneumatici obbligatorie anche per gli anteriori), presenta invece un interessante andamento che mantiene gli sportivi in ansia fino all'ultimo Gran Premio corso, come di tradizione, a Suzuka in Giappone.

Se il 1998 aveva forse dimostrato ancora una modesta differenza prestazionale a favore di McLaren sul mazzo delle Concorrenti, questo 1999 non fa rilevare "gap" di sorta, perlomeno se riferito a Casa Ferrari.

Le Rosse di Maranello, infatti, dimostrano fin dalle prime battute stagionali di essere fortemente competitive, veloci ed affidabili: il lungo cammino verso la conquista del titolo mondiale sembra aver dato i risultati potenzialmente sufficienti sì da far apparire ormai maturi i tempi dell'iride.

Già dall'esordio in Australia la vittoria di Irvine su Frentzen (Jordan) e Ralf Schumacher (Williams) esprime un certo livellamento dei valori in campo.

La cosa viene confermata in Brasile ove è primo Hakkinen di poco sulla Ferrari di Schumacher. Segue una doppietta del Tedesco (San Marino e Monaco) bissata dal Finlandese (Spagna e Canada), mentre in Francia Frentzen si dimostra "outsider" di lusso.

Si arriva così a Silverstone ed al "fattaccio" che ha innescato le mille polemiche "di rito".

Capita che le due McLaren s’involino al via con Irvine terzo a tirare il Gruppo. A questo punto, siamo ancora al primo giro, Michael Schumacher sembra preso da un'ansia irrefrenabile; tallona il Compagno e cerca un improbabile sorpasso prima della staccata che lo porta ad affrontare la curva ancora in piena velocità.

Da qui il famoso "giallo dei freni": non si capisce infatti come un pilota delle capacità di Schumacher possa compiere un simile gesto che lo porta fuori pista e diritto contro le barriere a fratturarsi la gamba sinistra.

La spiegazione ufficiale fornita da Ferrari parla di un cattivo serraggio di una vite relativa all'impianto frenante e la cosa è tanto più preoccupante in quanto la gente di strada comincia a dubitare del proprio meccanico sotto casa, molto meno titolato dei tecnici di Maranello.

Ma è solo l’inizio della tragicommedia, dato che da questo momento in poi, lasciato Schumacher in ospedale a " leccarsi le ferite", McLaren e Ferrari iniziano a giocare a "chi ne fa più grosse".

Eppure Irvine si sta dimostrando all'altezza della situazione e, con accanto un ottimo Salo (sostituto pro tempore di Schumacher), vince in Austria e Germania candidandosi a pieno titolo per l'alloro mondiale.

Ma si diceva delle Case: eccone i principali "pasticci".

McLaren si ostina a lasciare briglia sciolta a Coulthard che, quando non ostacola Hakkinen, riesce perfino a vincere in Gran Bretagna e Belgio.

A loro volta i meccanici di Woking si esprimono al massimo in Germania riuscendo a sfilettare il bullone di fissaggio della ruota posteriore sinistra di Hakkinen che subito dopo si stacca con la vettura in piena velocità sfiorando una “tragedia annunciata”.

Dal canto loro anche i Ferraristi ne combinano di grosse, riuscendo persino a perdersi una ruota durante un " pit stop" dove si dice Irvine abbia battuto "il record mondiale di turpiloquio su cavalletti" e ci fermiamo qui per non infierire troppo.

Sorvolando sui fatti minori arriviamo al "giallo di Malesia".

Le cose andarono più o meno così: da alcuni Gran Premi in casa McLaren si nutrono dubbi su un possibile (quanto proibito) assetto variabile della Ferrari e pertanto le “Rosse” vengono scrutate con lente d'ingrandimento ad ogni gara.

Alla luce di ciò, nasce l'esposto contro Maranello per un dettaglio, peraltro minore, riguardante i deviatori di flusso posti dietro le ruote anteriori che non sarebbero regolari.

L'ineffabile Jo Bauer, tecnico delegato dalla FIA, effettua le sue misurazioni e procede alla squalifica delle “Rosse”.

Hakkinen e McLaren sono così Campioni del mondo ad una gara dalla fine.

Hakkinen e McLaren sono così Campioni del mondo ad una gara dalla fine.

Ma la Commissione d'Appello, riunitasi a Parigi, si fa convincere da un'agguerrita difesa messa in campo dalla Ferrari che sostiene i citati deviatori di flusso essere stati montati in modo diverso: rientrando “questo assemblaggio descritto verbalmente” nella regolarità tutto finisce in una bolla di sapone.

"Magnifica" figura per l'ingegner Bauer che non avrebbero relazionato la Commissione sul montaggio dei deviatori al momento della verifica, magari scattando una fotografia come qualsiasi ben più mal pagato perito assicurativo.

Stendiamo un velo pietoso sull'episodio e passiamo al finale del Campionato, dove effettivamente e finalmente assistiamo a gara vera.

A questo ci pensa Hakkinen: freddo e concentrato più che mai parte ed arriva in testa senza neppure guardare negli specchietti se per caso ci sia un inseguitore.

Con un tale gara si dimostra il miglior pilota del momento avendo decisamente battuto in campo aperto Michael Schumacher rientrato dopo l'incidente: "chapeaux” Mika!

Comunque il solito Coulthard continua a "metterci del suo" riuscendo nell’impresa di far perdere a McLaren il titolo Costruttori proprio a Suzuka ove non coglie un facile terzo posto per propria dabbenaggine di guida: "complimenti David"!

P.S. Dicono gli informati che Ron Dennis abbia tentato nell'occasione di superare il record di Irvine, ma… forse sono solo chiacchiere. “....( continua )

Tutto McLaren - L'angolo del Professor - Menu

E-mail

“ Quei temerari a ruote scoperte “ - ( Formula Uno in pillole )