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Tutto McLaren - L'angolo del Professor
2016

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GP del Bahrain 2016

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Lo sport presenta, come la vita per altro, strani fenomeni, momenti in cui la lucidità di un gruppo di persone, sicuramente intelligenti, viene duramente messa alla prova con esiti “masochisticamente”....originali.

Così in casa Mercedes , ove oggi tutto si è fatto per non vincere, ma senza riuscirci....

Alla partenza Hamilton fa meno male del solito, ma, alla prima curva si mette in mente di allargare ( per andare non si sa ) invitando così uno scattante Bottas ad infilarsi all'interno, con l'inevitabile "botto di Bottas"; Hamilton così, con vettura danneggiata, si batte da par suo e risale molto bene, quando improvvisamente sbaglia una scelta di gomme assolutamente inadatte per una vettura nelle sue condizioni, e compie il più intempestivo pit stop possibile.

Rosberg …....invece....pure: segue la stessa tattica suicida, ma anche in Ferrari non fanno meglio, per cui gli errori si compensano a vicenda.

Il risultato vede un arrivo strampalato con nessuno che punta a correre: tutti si accontentano del risultato con i doppiati addirittura nella scia dei primi: da comiche finali.

Detto questo, Mercedes deve credere di poter vincere sempre o quasi, ma anche impegnarsi seriamente alla scopo, Ferrari sprema meno le sue unità di potenza, ma porti al traguardo entrambe le vetture ( ridicola la resa tecnica nel giro di ricognizione di Vettel ); le altre fanno quello che possono per non sfigurare, ma sulla distanza si beccano mediamente oltre un secondo a giro, da cui una seconda classifica, una sorta di serie B.

“Quae cum ita sint”, non credo possa cambiare nulla sino al ritorno in Europa, ma noi seguiremo sempre e comunque in diretta questo campionato, con la consueta tenacia.

Una pacca sulla spalla all'ottimo Stoffel Vandoorne, sostituto in McLaren dello sfortunato Alonso, arrivato a punti con una vettura forse leggermente migliorata dallo scorso anno, ma ancora in pesante debito di potenza: bravo il ragazzo, da rivedere con un mezzo finalmente performante.

Arrivederci in Cina tra due settimane, dal vostro Fabrizio Pasquali

“Correva l'anno…..( 1994 )Pilota eccellente quanto sfortunato Ayrton Senna: nella sua più che brillante carriera ha incontrato infatti tenaci Competitori (Prost, Mansell, Piquet ed altri) e soprattutto si è trovato spesso nel Team meno competitivo.

È per questo che il ’94 avrebbe dovuto render giustizia al Campione brasiliano, nel fiore degli anni e della maturità sportiva, finalmente in Williams che risulta essere ancora il Team più competitivo.

Il nuovo Regolamento FIA ha messo al bando le “ sospensioni attive” ed il “controllo di trazione” consentendo così un maggior livellamento fra le Case.

Pertanto, con il ritiro di Prost ed il passaggio in Williams, Senna può finalmente realizzare quanto il suo talento professionale è in grado di esprimere .

Ma il destino sembra impietosamente infierire sui Campioni “più belli” della Formula Uno, quasi ad accanirsi contro la loro popolarità, contro le folle plaudenti che rendono peraltro loro giustizia trasformando l’applauso in ovazione, il ricordo in mito.

E che il ’94 sia l’anno del destino si può intuire fin dai primi Gran Premi.

In Brasile, proprio davanti al suo pubblico, dopo una brillante partenza in “pole”, viene superato ai box da Schumacher: Ayrton lo rincorre con tutta la sua foga e finisce miseramente fuoristrada.

Nel Gran Premio del Pacifico, ad Aida, ancora “pole” per il Brasiliano, ma, coinvolto nel solito imbuto della prima curva, si ritrova ancora fuori dai giochi.

E veniamo al funesto epilogo di Imola.

Quei giorni sembrano presentare i temi tipici della tragedia greca antica: le prove vedono Barrichello coinvolto in un grave incidente da cui esce con lesioni non indifferenti.

Si riprende a girare e Ratsemberger perde l’alettone posteriore in piena velocità; mancando il freno di una tonnellata di deportanza, la vettura si trasforma in proiettile impazzito che porta lo sfortunato giovane pilota austriaco ad una morte istantanea.

Senna rimane scosso da questi episodi e la sua partecipazione alla Corsa è messa in dubbio fino a poco prima della partenza.

Alla fine viene convinto a gareggiare, partendo per la terza volta in “pole”: percorre in testa i primi cinque giri quando, senza motivo apparente, al Tamburello, non curva e si schianta contro il basso muro che delimita il circuito trovando una morte istantanea.

Le lunghe inchieste sui motivi di tale tragedia termineranno con l’ipotesi più probabile: la rottura dello sterzo.

Per completezza ricordiamo che il decesso clinico è stato causato da un braccetto della sospensione che, a macchina disintegrata, ha perforato il casco penetrando nel cranio del Pilota.

Ma questo maledetto “weekend” romagnolo non poteva e non doveva divenire leggenda vana.

Quell’episodio infatti ha determinato tutta una serie progressiva di regolamenti volti alla sicurezza dei piloti ed indirettamente degli operatori in pista nonché degli stessi spettatori.

Vogliamo dunque credere che il sacrificio di questi giovani sia stato l’elemento trainante e determinante di quella corsa alla salvaguardia che obiettivamente ha limitato a situazioni eccezionali e sempre più rare tragedie di siffatte proporzioni.

Ritornando giocoforza all’andamento della stagione sportiva, Williams paga, oltre alla perdita del vantaggio relativo all’assetto variabile ed al controllo di trazione, la novità del progetto FW 16 e di ciò approfitta l’ottimo Schumacher che, alla guida di una solida Benetton Ford 8 V, “spopola” nella prima fase del Campionato (Brasile, Pacifico, San Marino, Monaco, Canada e Francia) contenendo il ritorno di Hill (Spagna, Gran Bretagna, Belgio, Italia, Portogallo e Giappone) che peraltro in Australia ha la possibilità di far suo il Mondiale grazie all’uscita di pista di Schumacher che danneggia la vettura.

Hill forse non avverte la superiorità manifesta che gli si presenta, nasce quindi un sorpasso che scatenerà infinite polemiche polemiche, ma, nella realtà delle cose porta all’esclusione di entrambi dalla gara con le solite accuse reciproche.

Alla fine sarà quindi il Tedesco a vincere di un solo punto sull’Inglese.

A Ferrari un solo Gran Premio con Berger (Germania) ed a Mansell “turista per caso” in Australia la seconda vittoria fuori dal Coro.

Alla Williams va la Classifica Costruttori con Benetton seconda e gli altri Team staccatissimi.

Fra i piloti emergenti il finlandese Mika Hakkinen di cui sentiremo parlare molto ed assai bene negli anni a venire.”........( continua )

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