3.233.263 

dal 19/11/1999

START | Storia | Produzione | Clienti/Serie | Motori | Titolari | Società | Factory | Album | Albo d'Oro | Formula 1 | IndyCar | FE / XE | Altre categorie
Calendario | E-mail | Servizi | FanBox |
Tutto McLaren - L'angolo del Professor
2015

Australia Malesia Cina Bahrain Spagna Monaco Canada Austria Gran Bretagna Ungheria 
Belgio Italia Singapore Giappone Russia Stati Uniti Messico Brasile Abu Dhabi 

<

GP d'Italia 2015

>

Dal podio potenziale a “Wile E. Coyote” di turno, questo sarà stato il pensiero di Rosberg quando, al penultimo giro, si è sentito il sedere in fiamme a seguito dell'incendio scoppiato nel suo propulsore.

Già, perché, sin dal via, trovatosi incolpevole dietro Raikkonen, appisolato data l'ora postprandiale, aveva perso una serie di posizioni, attento naturalmente a non tamponare il rosso paracarro avanti a sé.

Questa in sintesi la parte imprevista della giornata: la “stravittoria” di Hamilton, Vettel solo ad inseguire e la bella prova delle Williams ( equipaggiate con propulsione Mercedes ) erano infatti già colonne prestampate in ogni giornale sportivo.

Resta comunque una bella giornata di sport, con il Presidente Renzi ospite in Casa Ferrari ( vertice delle Rosse al gran completo ), macchiata solo un po' dall'antisportivo comportamento del pubblico a fischiare il vincitore: ciò accade forse ovunque ( mai in Francia, per altro, ove è rimasta radicata la consuetudine di lode al più forte ), ma non ci consola poi tanto questo serio indizio di maleducazione.

Dispiace inoltre l'andamento di alcuni storici e valorosi Team, tra cui Lotus, alle prese con devastanti difficoltà economiche e McLaren irrisa pure oggi malgrado i suoi piloti campioni mondiali.

Fuochi di paglia le discrete prestazioni in un recente passato di Red Bull e piuttosto sterile la grande velocità di punta delle Force India Mercedes in quanto i risultati odierni non fanno presagire grande futuro.

In attesa del prossimo incontro, vi rimando ad una buona lettura di storia: correva l'anno...1985...

Fabrizio Pasquali

“........La Formula Uno è particolarmente appassionante anche per i rapidi cambiamenti di scena che presenta, sia sul piano di tecnologia pura, che su quello, più vicino a noi, umano, diremmo, quasi, "morale".

Ed Enzo Ferrari, da buon emiliano di razza, rappresenta uno dei più significativi esempi di prevaricante passionalità, di immediatezza decisionale.

Vi sono almeno due episodi in questo 1985 che evidenziano a chiare lettere tali aspetti del temperamento tipico del "Drake": la questione “turbine” ed il licenziamento in tronco di Arnoux. Cominciamo cercando di capire la seconda situazione: René Arnoux dopo appena due gare viene messo alla porta senza giustificazione palese, perché?

Siamo naturalmente nell'ambito delle congetture, ma cerchiamo comunque di essere meno cervellotici rispetto alla stampa del tempo ragionando della cosa alla luce del temperamento di Enzo Ferrari.

Se analizziamo l'andamento dell'anno precedente, vediamo che nella fase finale il "Driver" francese accusa molte battute a vuoto. Inizia la nuova stagione e, mentre Alboreto gareggia alla pari con Prost, Arnoux è solo quarto in Brasile e fuori dai punti in Portogallo e... a questo punto non c'è più nulla da raccontare perché, dopo l’Estoril, il Pilota francese deve cercare un nuovo Team che lo accolga.

Per quanto riguarda invece le turbine, Porsche aveva fatto scuola l'anno precedente ed in Formula Uno si impara rapidamente. Ferrari monta da subito le KKK, piccole ed efficienti, divenendo così competitivo con Alboreto che contende a " Prost ogni appuntamento stagionale.

Ma nella seconda parte della stagione il motore dimostra un calo prestazionale (o, secondo altri, un miglioramento di Porsche non compensato da Maranello) da cui il dubbio sul fornitore tedesco: siamo sicuri che le turbine vendute alla Ferrari siano uguali a quelle montate sulle Porsche ?

Nessuno conoscerà mai la risposta, mentre invece annotiamo "l'ira di Enzo" che abbandona la Tedesca KKK per l'americana Garrett.

Mai scelta fu così infelice: in America la Formula Uno non è mai stata di casa ed i compressori Garrett si dimostrano un disastro.

I sette punti nei Costruttori nelle ultime cinque gare (con Alboreto sempre a secco) illuminano il dramma di Maranello nell'anno del potenziale riscatto tutto tricolore.

Dopo questa escursione sulle vicende della Rossa, ritorniamo all'inizio della stagione per descrivere i movimenti in campo: McLaren conferma Lauda e Prost, anche se l'austriaco dichiara apertamente la volontà di smettere a fine campionato; Ferrari, dopo il licenziamento di Arnoux, ingaggia Stefan Johansson che collezionerà un paio di secondi posti (Canada e Detroit) e buoni punti a confermare una tecnica non eccezionale, ma di continuità, dote tipica di una valida seconda guida.

Lotus torna alla ribalta grazie al motore Renault ed alle doti di Senna che esamineremo più da vicino.

Alla Williams approda, proveniente da Lotus, Nigel Mansell (il “Leone”) che avrà modo di mettersi in luce nel corso del Campionato.

Disastrosa stagione invece per l'Alfa Romeo che, alla luce di zero punti in 16 Gran Premi, deciderà di chiudere i battenti dopo sette anni di prestazioni piuttosto modeste con la Formula Uno, per dedicarsi con maggior efficacia a competere nelle categorie stradali dove avrà modo di evidenziare meglio le caratteristiche del Biscione di Arese.

Per una decina di Gran Premi Prost ed Alboreto si contendono il primato in classifica a suon di vittorie (Brasile, Monaco, Gran Bretagna ed Austria al Francese; Canada e Germania e tante seconde piazze all'Italiano).

Da Monza in poi però... per Ferrari è buio profondo ed è lì che si colloca la vicenda delle turbine.

Tornando a Senna, vanno elogiate le due splendide vittorie in Portogallo ed in Belgio ove, grazie alla pioggia, emergono le sue doti di velocista puro dalla mano fluida e leggera, malgrado una Lotus non certo ancora all'altezza di McLaren o Ferrari.

Lauda coglie l'unica vittoria stagionale (ed ultima della sua luminosa carriera) in Olanda, mentre altri piloti vittoriosi sono: de Angelis ad Imola e Piquet in Francia.

Un giudizio di merito particolare va a Mansell non solo per le vittorie a Brands Hatch ed in Sud Africa, ma anche per un dignitoso Campionato fatto di continuità.

Chiudiamo la stagione menzionando l'ottimo terzo posto di Keke Rosberg che, "Carneade" Campione del Mondo nell '82, dimostra ora , con le vittorie di Detroit ed Adelaide accanto ai secondi posti in Francia e Sud Africa, di non essere poi così tanto " indegno" di figurare fra i Campioni del mondo di Formula Uno.....(continua)

Tutto McLaren - L'angolo del Professor - Menu

E-mail

“ Quei temerari a ruote scoperte “ - ( Formula Uno in pillole )