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Tutto McLaren - L'angolo del Professor
2015

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GP di Monaco 2015

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Nel circuito più famoso quanto disadatto per una gara automobilistica ( sarebbe come far correre i “racers” a Venezia...) abbiamo ancora una volta assistito a quella che, nel film muto, si sarebbe chiamata “comica finale”.

Con una “genialata” tipica del più feroce masochismo teutonico qualcuno ha imposto il pit stop cambio gomme alla vettura di testa, quella di Hamilton, che tranquillamente andava a stravincere meritatamente la gara.

Come era ovvio pensare, a pochi giri dalla fine, in regime di safety car , il tempo perduto ha consentito ai primi di superare l'Inglese che, con gli occhi fuori dalle orbite, si è trovato, lui tapino, solo terzo.

Rosberg, padrone di casa a Montecarlo, ha ringraziato vivamente, così come Vettel che, finalmente per lui, potrà dire di avere dietro di sé una Mercedes.

Non mi interessano le parole di Lauda od altri, ritengo solo che, se in buonafede, la mossa sia stata gratuitamente suicida, se architettata per altri motivi, maldestra ed antisportiva.

La gara non ha naturalmente espresso altro di interessante, salvo un modestissimo miglioramento in McLaren che sembra aver trovato un cucchiaio di potenza in più, ma che rimane ancora un progetto “in fieri” certamente per tutta la residua stagione.

Monaco non è circuito provante per l'espressione di valori tecnologici, per cui l'ordine d'arrivo non rispecchia a scalare le potenzialità del Circus 2015.

Continuano i ricordi con il 1979, buona lettura.

“.........La nuova stagione (1979) si apre con il solito " carosello piloti ": Reutemann, attratto dal Team Campione del Mondo, passa a Lotus e viene sostituito in Ferrari dall'esperto Jody Scheckter; Regazzoni affianca Jones in Williams; Piquet alla Brabham Alfa Romeo.

Vi sono anche alcuni “pensionamenti” eccellenti come quello di Hunt fra i piloti e Matra fra i fornitori di motori.

A questo proposito, in attesa dell'era del " turbo ", va ricordato che tale soluzione (naturalmente limitata nella cilindrata a 1,5 litri) è seguita solo da Renault che mette in pista, per il 1979, la coppia Arnoux - Jabouille.

Il Campionato, dal punto di vista dei risultati, può dividersi in due parti ben distinte con un solo pilota che riuscirà, grazie alla sua regolarità, di fatto ad unirle.

I primi Gran Premi vedono Villeneuve in primo piano con le vittorie in Sud Africa ed a Long Beach, mentre la seconda parte della stagione è siglata Williams con Jones vittorioso in Germania, Austria, Olanda ed a Watkins Glen.

Sarà questa la chiave di lettura del successo di Jody Scheckter che, malgrado due sole vittorie (Belgio e Monaco) prima di Monza, collezionerà così tanti punti da indurre Ferrari a puntare sulla sua regolarità e " suggerire " a Villeneuve di farsi da parte anche al Gran Premio d'Italia.

Il Canadese tornerà a vincere in casa a Montreal con il compagno di scuderia già iridato.

Fra i piloti vittoriosi nel corso dell'anno si ricordano i bei successi di Laffite in Argentina e Brasile con la Ligier-Ford, Regazzoni a Silverstone e Depailler in Spagna.

Comunque il titolo di Scheckter è ineccepibile essendo stato a punti in ben dodici Gran premi su quindici, tanto da non far rimpiangere a Ferrari il divorzio con Lauda.

Bella stagione per le “Rosse di Maranello " con entrambi titoli conquistati a largo margine assieme al secondo posto di Villeneuve nella Classifica Piloti a coronare una stagione che rivedremo solo molto tempo più tardi. “…....(continua)

Fabrizio Pasquali

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