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Tutto McLaren - L'angolo del Professor
2015

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GP del Canada 2015

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Esprimeva una certa tristezza l'intervista a Marchionne, prima della gara, in cui il manager Fiat/Ferrari auspicava la conferma di Monza nel calendario mondiale di F.1.

Un “circus” con sempre minori interessi e spettacolo non deve cedere a nessuna lusinga soprattutto sui circuiti ove si è consumata la storia dell'automobilismo, con tutto il rispetto per le nuove sedi, ma con fermezza assoluta per Italia, Inghilterra, Francia, Spagna e Germania.

Detto ciò, rimane l'imbarazzo nella ripetizione di una novella che ormai si avvia a compiere due anni e che racconta quanto Mercedes sia avanti anni luce rispetto agli altri, si fa per dire, competitori.

Ferrari è forse l'unico team che in qualche modo possa spronare Stoccarda a tenere la guardia alzata, ma non certamente a temere per questo colpi improbabili.

Va preso atto comunque del fatto che a Maranello si sono compiuti quei passi che sarebbero stati auspicabili per altre scuderie di prima fascia e che, invece, eccezione fatta per Williams, sono rimaste pressoché al palo.

E' infatti patetica la figura che Alonso e Button ( campioni mondiali ) devono subire strada facendo con vetture assolutamente inadeguate anche nei confronti delle concorrenti meno accreditate: il propulsore Honda, casa in altri momenti di altissimo prestigio, è forse il peggiore del mazzo, a dispetto di un progetto generale probabilmente apprezzabile.

Anche Ferrari ha dovuto ingoiare guai tecnici, in prova Vettel, in gara Raikkonen alle prese con un testa/coda da pivellino al kartodromo.

Attendiamo il ritorno in Europa nella speranza di scoprire qualche step di avanzamento auspicabile, in grado di rompere la monotonia per lo meno nelle piazze di rincalzo.

Consoliamoci con il ricordo dei bei tempi andati, leggendo i quali nutriamo speranze di avervi sempre con noi.

Ritorniamo alla nostra storia: correva l'anno 1980.....

“….Ma la stella di Alan Jones, che nell'ultima fase della stagione 1979 aveva brillato ben quattro volte in sei Gran Premi, riappare in tutto il suo fulgore nell’ '80 con una frequenza assolutamente continua grazie anche ad una Williams, motorizzata Ford, che risulterà particolarmente competitiva.

Lo affianca Reutemann che, lasciata Lotus in perenne ricerca del mezzo migliore, troverà in Williams quella continuità che non aveva dimostrato precedentemente.

Lauda invece sembra aver perso la voglia di correre e, salutato il Circus, si dedica ad altre cose, ma non sarà un addio come avremo modo di vedere.

McLaren " talent scout ": a fianco del collaudato Watson compare infatti un giovanotto francese, quel tale Alain Prost che resterà invece in Formula 1 come un'icona indelebile.

Tenendo un occhio di riguardo puntato sul " turbo ", scopriamo che René Arnoux dispone ormai di un mezzo vincente tale da cogliere successi in Brasile ed in Sud Africa, a dimostrare quanto il motore funzioni bene anche in quota e con situazioni climatiche ben diverse.

La vittoria di Jabouille in Austria ed il quarto posto finale nella Classifica Costruttori di Renault conferma quanto di buono si è detto.

Piquet, ex Williams ora Brabham, si dimostra per Jones l'avversario più pericoloso e tenace del gruppo; la stagione agonistica vivrà infatti del fascino di questa lotta a tre, incerta nel risultato fino all' epilogo degli ultimi due appuntamenti nel Nord America: Canada e Watkins Glen.

A Jones erano andati i Gran Premi di Argentina, Francia e Gran Bretagna; a Piquet West Usa, Olanda ed Italia; a Reutemann Monaco e podi in Belgio, Gran Bretagna, Austria ed Italia.

In Canada la svolta del Campionato col botto e col giallo: Jones, in " pole " affiancato da Piquet, compie uno scarto e di fatto butta fuori pista il Brasiliano della Brabham costringendolo così al ritiro. Da una potenziale squalifica ne esce invece un verdetto di normale incidente di gara, da cui vittoria consolidata all'Australiano con il compagno Reutemann secondo.

Rimane naturalmente l'ombra del dubbio, ma il trionfo Williams, confermato dalla doppietta a East Usa, tramuta il giallo in salmo che, come tale, finisce in gloria e...amen.

E la Ferrari Campione del Mondo?

Due punti con Jody Scheckter ( quinto posto a West Usa ) e sei con Villeneuve, le cui i migliori prestazioni sono le quinte piazze conquistate a Monaco ed in Canada: una vera " debacle " senza attenuanti per una casa di tali tradizioni che dispone fra l'altro di un motore superiore del 10% in potenza a tutti.

Maranello ha la testa nel " turbo ", dice la stampa dell’epoca alludendo agli studi rivolti in tal senso dalla Ferrari con l’intento di anticipare gli altri, ma sul piano sportivo non vi sono attenuanti di sorta: Jody Scheckter, Campione del mondo in carica con lo stesso mezzo che l'aveva portato all'iride, non arriva neppure a qualificarsi in Canada e non viene ammesso alla partenza.

C'è di che meditare........ ( continua )

Fabrizio Pasquali

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