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Tutto McLaren - L'angolo del Professor
2013

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GP d'Australia 2013

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Cari amici appassionati delle gare a ruote scoperte, ben trovati per il dodicesimo anno dei nostri appuntamenti.

Molti di voi, conosciuti da ragazzi, oggi sono professionisti e padri di famiglia, altri ancora impegnati con le prime battaglie della vita, qualcuno magari già in età matura: in ogni caso, in pista, virtuale o diretta che sia, con il medesimo spirito a sostenere i pazzoidi alla guida di vetture riscontrabili solo in questo mondo particolare, faticosissime ed improbabili, ma forse per questo affascinanti come sempre è stato.

Una doverosa premessa prima di passare all’analisi della gara d’apertura, che, come di consuetudine, si svolge quasi esattamente ai nostri antipodi, nel percorso para-cittadino di Melbourne.

Non a caso ho usato l’espressione “cittadino” perché di questo voglio parlare: i circuiti infatti si possono distinguere in due grandi categorie, quelli costruiti appositamente per gare di questo tipo ( o comunque ricavati da situazioni preesistenti, ma sempre in tale ottica ) ed altri, nati per motivi turistici o folkloristici, ma in netto contrasto con le prestazioni riscontrabili nelle vetture monoposto.

L’esempio più longevo ed eloquente di questo genere è Montecarlo.

In tali circuiti può passare ( relativamente per altro ) in secondo piano la prestazione pura della vettura, favorendo invece la regolarità della guida, esaltando negativamente ogni piccolo errore, sia tecnico che umano.

Si comprende così come un ottimo pilota, ma non sempre velocissimo, come Graham Hill, fosse praticamente imbattibile a Monaco, mentre altri grandi campioni non amassero affatto tale circuito.

Diverso il discorso sui circuiti specifici per la F.1 : anche se spesso derivati da precedenti strade od aree diversamente adibite ( aeroporti, parchi, zone termali ecc. ) consentono ai bolidi di esprimere veramente le specifiche caratteristiche ed essere quindi probanti per la valutazione dei mezzi.

Quindi l’avvio di Melbourne può già dirci qualcosa, ma non credo sia questo il luogo giusto per consentirci una valutazione tecnica di rilievo.

Anzitutto le condizioni climatiche, con le prove al mattino della giornata di gara che sembravano confermare la superiorità tecnica Red Bull, mentre invece il circuito ha sconfessato la stessa: Vettel, pur se partito bene, non ha mai raggiunto il distacco tale da confermare le performances dello scorso anno e la sua vettura esprime il solito limite nelle velocità di punta, per altro con una maggior consumo degli pneumatici dovuto anche alle mescole complessivamente più degradabili di Pirelli 2013.

La partenza da camionista di Tir di Webber gli ha impedito qualsiasi impossibile rimonta.

Ferrari sembra il Team più a posto anche se persiste la fagocitosi delle gomme che rendono problematica la durata delle prestazioni.

McLaren molto indietro, forse tradita dal progetto ancora una volta innovativo, quando l’anno scorso era riuscita, proprio nelle ultime gare ad ottimizzare il 2012.

Vince un regolarista come Raikkonen con una Lotus già buona lo scorso anno che, grazie ad un risparmio complessivo notevole proprio delle gomme, riesce a far sua la gara con un pit stop di meno.

Da rivedere gli step di avanzamento della Force India, la più promettente fra i Team di seconda fascia.

Infine gioie e dolori di Mercedes che dà l’impressione di voler fare con una coperta troppo corta: la meccanica non presenta infatti quella continuità oggi necessaria e quell’affidabilità spesso più importante delle prestazioni di punta, malgrado due ottimi piloti come Hamilton e Rosberg.

Vediamoci la prossima settimana in una gara che spiegherà meglio la situazione delle vetture e delle loro guide.

A presto, Fabrizio Pasquali

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“ Quei temerari a ruote scoperte “ - ( Formula Uno in pillole )