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Tutto McLaren - L'angolo del Professor
2013

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GP della Malesia 2013

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L'ombra di Sandokan e dei suoi Tigrotti deve avere influenzato il subcosciente di molti addetti ai lavori nella gara odierna, caratterizzata da interpretazioni individuali, quando non da “rivolte” spesso di ordinaria follia.

Già alla partenza si notano conferme e novità: tra le prime l’aggressività di Alonso che mette a repentaglio la sua gara e quella dell’avversario di sempre, Vettel, coinvolgendolo in un micro tamponamento che danneggia l’ala anteriore del Ferrarista.

Ecco allora la decisione dissennata ( venuta dai box od autonoma ? ) di proseguire ugualmente sperando che l’ala resista alcuni giri, sino al primo pit stop: questa invece cede quasi subito mettendolo fuori pista per fortuna senza gravi esiti, ma gara finita.

Seconda mossa masochista da parte di Red Bull che ha fretta di far rientrare Vettel per montare le gomme da asciutto, facendogli perdere preziose posizioni e mettendo a rischio la gara stessa per la pista ancora troppo bagnata.

Webber ( andato a scuola guida in Malesia dove ha imparato a partire correttamente ) si avvantaggia e compie una gara perfetta, ma, nel corso della stessa, lo scatenato Vettel lo aggredisce come fosse il suo principale nemico, costringendo l’Australiano a cedere più per buon senso che per altro.

Le comiche però sono in attesa ed hanno per protagonisti Hamilton con la sua nostalgia per McLaren arrivata al punto di fermarsi in quel box per un breve saluto agli amici, ma soprattutto in casa Force India dove in pochi, ma devastanti pit stop, riescono a distruggere le due vetture in gara costringendole ad un anticipato ritiro: forse l’aereo in partenza li aveva convinti ad anticipare i tempi del rientro, comunque una scena degna del miglior Peter Sellers in Hollywood Party con la regia di Blake Edwards.

Anche McLaren tra l’altro non ha voluto essere da meno: Button riparte dai box con una ruota sbullonata rincorso dalla truppa di peones per riportarlo dentro: ma lui ha stile e poco dopo abbandona la partita.

La pazienza di Raikkonen viene qua e là messa a dura prova da piloti di vari Team che lo costringono a manovre pericolose, ma Kimi galleggia sempre e riesce a portare a termine l’impresa di arrivare indenne.

Vettel quindi, facendo la voce grossa ad onta di una vettura nel dritto affatto veloce, vince malgrado i mugugni di Webber in parte consolato dalle scuse ( lacrime di coccodrillo ? ) del Tedeschino.

Hamilton, dopo i saluti alla sua ex Squadra, va veloce e con lui Rosberg, molto educato col compagno nel seguire gli ordini di casa dove forse hanno valutato come la reattività della sua prima guida inglese abbia spesso compromesso gare importanti.

Il primo vero Gran Premio ha così confermato le forze in campo con Red Bull un po’ avanti, con Ferrari a buon punto e competitiva assieme a Mercedes; forse un attimo ancora indietro Lotus, mentre alla McLaren sembra ancore mancare molto per aspirare a vittorie.

Ci rivedremo fra tre settimane in Cina dove forse è da aspettarsi qualche piccolo step di avanzamento o per lo meno di correzione nei Team di testa.

Arrivederci a Shanghai dal Vostro

Fabrizio Pasquali

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