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Tutto McLaren - L'angolo del Professor
2013

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GP del Canada 2013

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Due gare a sè stanti nel G.P. del Canada 2013: quella solitaria di Vettel, con l'unica preoccupazione di non commettere gravi errori di guida e quella degli altri, come famelici cani alla caccia delle poltrone di rincalzo.

Vi è da chiedersi come abbia potuto, in così breve tempo, la Red Bull resuscitare sino al punto da presentarsi imbattibile, per lo meno su questo circuito.

Cerchiamo di ipotizzare qualche giudizio tecnico: si premette che la potenza dei propulsori è oggi assolutamente livellata (si parla di differenze di circa 15 hp su un ordine di grandezza di 1000) per cui la competitività va ricercata altrove.

La telaistica fa rilevare alcune differenze soprattutto in fatto di rigidità, di sospensioni e di camber, specie nelle ruote anteriori.

Tale situazione consente un diverso approccio nelle curve, specie in quelle veloci, e naturalmente un altrettanto diverso consumo degli pneumatici.

A ciò va aggiunta una variabilità di assetto aereodinamico fondamentale per la velocità sul passo, derivante dal modo comportamentale della vettura in curva e dal grip di ripresa alla fine della stessa.

Il comportamento sovra o sotto sterzante della vettura è del tutto dipendente dalla variabile di carico, per cui il punto di equilibrio fra stabilità antero-posteriore, linea di percorso, uniformità di grip, determina la migliore prestazione sul giro di questo o quel mezzo.

Da quest'anno però il degrado delle gomme segue una curva iperbolica per cui, oltre un certo limite, si arriva ad una sorta di collasso prestazionale: da ciò un'assoluta necessità di regolare tutte le variabili succitate secondo un compromesso in cui la potenza del motore risulta praticamente irrilevante.

Si può così capire come Mercedes abbia un potenziale da qualifica notrvole potendo agire su quel carico che non potrebbe tenere per una gara, pena un precoce degrado degli pneumatici.

Red Bull va lodata quindi per aver trovato velocemente, fra le tante variabili, quella più adatta a tale circuito, ma considerando il fondo poco abrasivo di Montreal, va ricontrollata su altri tipi di asfalto dove tale equilibrio potrebbe comportare un'eccessiva usura delle gomme.

I prossimi appuntamenti europei credo siano in grado di portarci delle novità anche per la presenza dei famosi curvoni veloci, veri tests probanti per la verifica dei migliori assetti possibili.

Arrivederci a presto,

Fabrizio Pasquali

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