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Tutto McLaren - L'angolo del Professor
2013

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GP di Germania 2013

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Diabolica questa stagione di F.1 con situazioni che variano ad ogni momento, con le qualifiche lontane dal risultato di gara, con variabili dipendenti da pochi gradi di temperatura e via così.

L'altissima tecnologia raggiunta, l'asfissiante dipendenza dagli pneumatici, il mistero che sta dentro la preparazione degli stessi costituiscono alcune tra le cause visibili di questa variabilità costante.

Ormai, salvo rare eccezioni, tutte le vetture raggiungono la fine delle gare e sembrano sufficientemente affidabili dal punto di vista della tenuta dei principali organi meccanici, ma, specie a livello di performances di vertice, le specifiche del sabato sembrano rivoltarsi la domenica.

L'unico Team sufficientemente coerente durante prove, qualifica e gara appare Red Bull che non a caso è in testa sia nel Piloti che nei Costruttori, con una Lotus in crescita soprattutto per la stabilità relativa delle prestazioni e l'usura più moderata degli pneumatici.

Si spiega in tal modo il secondo e terzo posto di Raikkonen e Grosjean, con Kimi alla rincorsa disperata di Vettel nei giri finali.

Mercedes è la grande "bella velata" da scoprire: forte di una qualifica eccellente (a parte la figura vergognosa nei confronti di Rosberg, lasciato nel Q2 "a riposo per dimenticanza"), non ha fatto vedere in gara nulla di esaltante con Hamilton solo quinto superato anche da Alonso e staccato poi nel finale.

Probabilmente l'assetto è molto variabile, bastando così poche specifiche male tarate per distruggere di fatto un progetto macchina che risulta cresciuto bene nella stagione.

Ferrari si batte come può in gara con Alonso mai domo ed in grado di sfiorare come sempre il podio: certamente non è facile esprimere un giudizio complessivo sulla vettura proprio per la diversa caratteristica e caratura tra i due piloti, sì da rendere impossibile il distinguo fra prestazioni obbiettive ed individuali.

McLaren si trascina stancamente col suo progetto sbagliato e procura una certa penosa tenerezza vedere un esperto Button ed un aggressivo Perez battersi alla morte per rimanere per lo meno sempre a punti.

Una nota di demerito ai commissari di gara che, in un circuito tutto a saliscendi, non si preoccupano di intervenire tempestivamente su una vettura abbandonata per principio d'incendio lasciando che la stessa attraversi la pista "per gravità naturale", provocando tra l'altro una lunga seduta di safety car che, come ormai sanno anche i fanciulli, viene sempre ad alterare il naturale andamento della gara.

Pirelli si è circondata di molte parole, ma sicuramente è la prima responsabile di queste altalenanti prestazioni, certamente difficilmente inspiegabili a meno che il tutto non faccia parte di un disegno volto a rendere la suspence una presenza di spettacolo: speriamo non sia così.

Arrivederci al kartodromo di Ungheria,

Fabrizio Pasquali

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