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Tutto McLaren - L'angolo del Professor
2013

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GP di Stati Uniti 2013

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Austin, Texas, U.S.A. : luogo leggendario per gli appassionati del West della prateria, mandrie di bestiame, cowboys a cavallo con lazos e cappelloni, molto meno mitico per quelli della F.1 visto come il nobile sport dei motori viene interpretato da queste parti.

Il circuito è un impianto abbastanza bene costruito, ma valido per Kart e simili con qualche saliscendi a simulare vagamente un percorso stradale.

Un paio di curve veloci, dei tornanti quasi a triangolo, due rettilinei di breve lunghezza: tutto qui.

Dal punto di vista organizzativo impressiona la lentezza impiegata nella rimozione di una vettura con in pista un carro attrezzi da soccorso A.C.I. di provincia disagiata.

Meno male che la safety car è internazionale, guidata da professionisti del mestiere, altrimenti mi sarei aspettato una Cadillac familiare scoperta con cestini da picnic ed adolescenti alla conduzione.

La regia, nella Patria di grandi film, sembra privilegiare i concorrenti dal decimo posto in poi, come dire: dato che non ci sono sorpassi, inquadriamo chiunque li compia, ma anche qui con calma, magari a superamento in corso, tanto per non sbagliare, poi c'è anche il replay...

Questo ed altro il clima generale, nulla di particolarmente professionale e spettacolare da quello che si definisce il Paese lieder mondiale in tutto...o quasi...

Ciò premesso, la gara scorre via senza la minima emozione, con i primi quattro posti immutati dal 16° giro all'arrivo, senza operazioni strategiche particolari o momenti appena esaltanti.

La solita corsa solitaria di Vettel ad incassare record su record, con la partenza da tassista di Webber che non può non arrivare almeno terzo per salvare parzialmente la faccia, la Lotus di Grosjean miracolosamente fra i due, in assenza per malattia di Raikkonen, Hamilton bravo a salvare il quarto posto per dare ulteriore ossigeno a Mercedes, Alonso a fare il fenomeno per qualche giro e finire in difesa con affanno a terra di gomme, McLaren a cercare qualche punto vagante: tutto qui, in attesa di un Interlagos che ci auguriamo un tantino più avvincente, tanto per non chiudere la stagione nella letargia dato, fra l'altro, l'incipiente inverno.

La prossima settimana quindi ci saluteremo dal Brasile, terra di sport e di belle figliuole.

Fabrizio Pasquali

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