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Tutto McLaren - L'angolo del Professor
2011

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GP di Abu Dhabi 2011

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Penultimo appuntamento mondiale " nell'isola che non c'è ", nella costruzione ipertecnologia di un mondo fantascientifico a base di un circuito disegnato dal nulla sovrastato da Hotel a sette o più stelle.

Malgrado tutta questa innovazione, la più stupida delle forature ( o stallonature ) per un guard rail tecnologicamente imperfetto mette fuori causa dopo poche centinaia di metri un Vettel mai pago, partito come al solito in pole.

Qualcuno potrà dire che così si è accesa vera gara tra Hamilton ed Alonso, ma anche in questo caso non sarebbe proprio la verità: l'impressione è che chi conduce oggi ( giunti ad uno sostanziale livellamento nelle prestazioni fra i tre migliori Team ) goda di una sorta di privilegio tale da poter controllare la gara e così il trenino si è di nuovo riformato, dato che Button ha gareggiato in via conservativa, preoccupandosi di preservare i punti necessari per la conferma della seconda piazza nel mondiale piloti.

Il circuito non è né carne, né pesce, molto più disegnato da esigenze paesaggistico-tecnologiche che sportive.

Le curve sono tutte finte, irreali, prive di una valenza agonistica per la F. 1 ( mai come oggi ho pensato a Spa....), compresa la pit lane in sottopassaggio, il sole in faccia al tramonto, i fari a subentrare nella sera : evidentemente il progettista non ha la patente ed è stato sempre abituato a valersi di limousine con autista in livrea.

Ormai la stagione è finita, ma vale la pena di sottolineare come McLaren e Ferrari siano riuscite a raggiungere, in fatto di performance, Red Bull, anche se può venire alla mente una domanda: forse che il Team "bibitaro" sia già fortemente impegnato per il 2012 e quindi le vetture attuali non vengano incrementate di step di avanzamento di gara in gara ?

Dal punto di vista tecnologico mi è piaciuto molto l'alettone posteriore di McLaren, vettura sempre curatissima anche nei dettagli e caratterizzata da attenzioni sofisticate quasi maniacalmente.

Arrivederci all'ultima puntata in Brasile, in un mondo meno di plastica e più vicino anche mentalmente al ruggito dei motori di F.1.

Cordiali saluti a tutti, da

Fabrizio Pasquali

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