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Tutto McLaren - L'angolo del Professor
2011

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GP della Turchia 2011

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Dominio Red Bull anche nella più cosmopolita città del mondo: ad Istambul, già capitale di Imperi ed immensa porta fra Oriente ed Europa.

Il tracciato è bello e finalmente significativo dal punto di vista tecnico.

Sono state confermate le aspettativa per quanto riguarda la testa della gara, anche se Webber ha dovuto sudare molto per la piazza d'onore.

Alonso, non appena ha qualche chanche, è veramente un brutto cliente per tutti ed oggi ha confermato la grande crescita Ferrari, finalmente vicina ad essere insidiosa nei confronti di Red Bull.

L'anno si gioca sul consumo degli pneumatici: mai come Pirelli, infatti, il degrado è stato massimo, improvviso e devastante.

Qualche giro in più nel passato poteva valere la perdita di pochi decimi a tornata; ora ci si rimette secondi, spaventoso.

Pneumatici che in 60/70 chilometri vengono letteralmente sbriciolati e ciò anche nelle vetture più performanti, ovvero le più bilanciate.

McLaren paga forse troppo il passo lungo che implica una torsione maggiore, una difficoltà consistente nel corto raggio, una minore possibilità di offese/difesa nel traffico.

Alcuni circuito europei dovrebbero favorirla, penso soprattutto a Spa, ma vi è da attendere la risposta alla maggiore sollecitazione radiale, quest'anno la vera incognita nelle gare.

Un G.P. di 300 chilometri con quattro soste impegna i Team a sollecitazioni frequenti: un errore di un meccanico e sei fuori dalla gara, forse è tutto troppo al limite.

Per chi ha assistito tutto ciò dai box sembra una visione surreale, cinematografica: da lontano le vetture sono bellissime, aerodinamiche, colorate, filanti, dal rumore fantastico a quasi 20.000 giri; quando si fermano ad un metro, borbottano come tritacarne mezzi fusi, vi si riconoscono rivetti, aggiunte di plastica, fili e filetti a vista, incollature di vetroresina dell'ultima ora e quant'altro.

Ma è anche questo il fascino del circo, quello dell'elefante lucidato e bardato che fa lo spettacolo e lo stesso bestione che, fuori ordinanza, si presenta con la sua pelle sporca e grinzosa, pronto a spostare pali e tralicci grazie al suo fortissimo nasone che, mai come in quel momento, ci provoca tenerezza perchè vedi come lui sa adattarsi sempre, come tutti gli umili di questo mondo.

A presto, Fabrizio Pasquali

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