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Tutto McLaren - L'angolo del Professor
2011

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GP di Spagna 2011

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Vi sono pochi dati emergenti dal primo vero test europeo, la Spagna, circuito ormai classico che si pone come punto stagionale in vista degli appuntamenti più importanti che seguiranno.

Anzitutto viene ribadito che gli pneumatici quest'anno costituiscono la vera grande differenza, capace di incidere addirittura sull'ordine di secondi per giro.

Ciò significa che distacchi anche significativi possono essere annullati grazie a scelte di mescole diverse, ma rimane il fatto che tutti i Team obbediscono alla stessa regola: gomme dure meno performanti e, qui sta la vera pecca del Costruttore, altrettanto di breve durata come le morbide.

A questo punto non si capisce cosa ci stiano a fare, se non per mortificare il pilota costretto ad andare più adagio per non uscire di pista.

Si assiste quindi al fenomeno di pit stop più numerosi e ravvicinati, quasi fossero questi momenti gli unici a garantire sorpassi e spettacolo: non mi pare proprio nello storico spirito della F.1.

Troppo regolamentato l'uso dell'ala posteriore mobile: il fatto che in circuiti con rettilinei non lunghissimi questa possa intervenire solo in segmenti brevi rende la novità scarsamente utile oltre che di pericoloso utilizzo.

Molto più interessante, a mio avviso, sarebbe un uso libero e discrezionale del carico alare che metterebbe il pilota in condizione di gestirlo personalmente, ed a suo rischio e pericolo, determinado l'aderenza del mezzo anche in funzione della diversa situazione conseguente all'usura delle gomme.

Frustrante appariva la situazione di Hamilton, più veloce in rettilineo, ma impossibilitato a superare Vettel per i motivi addotti.

Ferrari è ancora ad annaspare, ma in buona compagnia, visto che solo in quattro piloti e di soli due team sono finiti non doppiati: anche questo particolare è significativo di una situazione troppo scontata per apparire tecnicamente credibile: le differenze abissali tra vetture, venutesi a creare ed ampliare per le ragioni addotte, dovrebbero far riflettere la FIA su regolamenti più consoni tecnicamente alla spirito storico della F.1.

Continuando così si corre il richio di assistere a gare barzelletta come una decina di anni fa ad Indianapolis.

Arrivederci in Riviera,

Fabrizio Pasquali

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