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Tutto McLaren - L'angolo del Professor
2008

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GP del Giappone 2008

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La storia della Formula Uno insegna come spesso alcuni importanti Team abbiano puntato ostinatamente sul cavallo sbagliato o, meglio, non abbiano saputo ricostruire un personaggio, pur dotatissimo, nell’ottica vincente.

Accadde certo per Ferrari ove Jilles Villeneuve divenne un mito, ma certamente più per la sua spericolatezza che per le vittorie conquistate.

Ancora Ferrari arrivò alla separazione con Lauda, che invece dimostrò una crescita eccezionale durante la carriera conquistando importanti allori mondiali.

Così pure con Prost e scusate se è ancora poco.

McLaren, dal canto suo, dopo aver massacrato Hakkinen non volendo capire che Coulthard non gli valeva una gamba, ora ha puntato esclusivamente su un cavallino di razza che vuole tutto e subito, permettendosi lo scorso anno di combinare tali disastri da indurre un campione come Alonso a fuggire in una casetta di montagna di nome Renault, accontentandosi di quel che passava il convento in fatto di tecnologia e di vincere non appena le circostanze lo avrebbero permesso.

Così Hamilton corre seriamente il rischio di bissare il 2007, quando anche oggi, conquistatasi una pole d’oro, è andato a vanificare il tutto per non subire l’onta del sorpasso da parte di un decotto Raikkonen, affatto pericoloso per la classifica iridata.

“Lascialo andare e mettiti quieto Lewis !”

Per sua fortuna anche la testa di Massa non gli è di molto superiore, tanto da rimanere anche lui penalizzato, ma sempre rosicchiandogli due punti.

Tutto il resto è noia, canticchiava qualcuno, ma, fossi Dennis, ripenserei seriamente ad Alonso, magari con tanto di scuse e ponti d’oro: la seconda guida potrebbe essere un giovane emergente, certamente non Kovalainen, oggetto misterioso, simpatico e gentile, ma non un pilota da Team lieder.

Nel frattempo metterei Hamilton in ritiro, magari catechizzandolo a dovere e proverei anche a tenerlo lontano dal padre che mi pare troppo presente nei box per non influenzare il giovane astro nascente.

Ma di questi tempi, e per fortuna dello sport, si trovano giovani astri altrettanto motivati e forse un po’ più assennati: forse un certo spauracchio così ventilato a Lewis potrebbe essere utile per farlo un po’ crescere.

A presto, cordialmente

Fabrizio Pasquali

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