3.235.389 

dal 19/11/1999

START | Storia | Produzione | Clienti/Serie | Motori | Titolari | Società | Factory | Album | Albo d'Oro | Formula 1 | IndyCar | FE / XE | Altre categorie
Calendario | E-mail | Servizi | FanBox |
Tutto McLaren - L'angolo del Professor
2008

Australia Malesia Bahrain Spagna Turchia Monaco Canada Francia Gran Bretagna Germania 
Ungheria Europa Belgio Italia Singapore Giappone Cina Brasile 

<

GP di Germania 2008

>

Chissà se il giovane Piquet ha lo stesso spirito del padre, più volte iridato e magnifico attore nello schernire e beffeggiare gli avversari con simpatia graffiante, ma sempre salace.

Sono passate alla storia le sue linguacce ed ogni lazzo in fotografie che appartengono oramai al patrimonio della F.1 fra gli episodi più scherzosi.

Pensavo questo oggi: immaginavo la faccia di Briatore che fino a poco prima sembrava aver preparato la buona uscita per il giovane brasiliano od anche quella del ben più celebre Alonso, fuori dai punti anche per un testacoda da giapponesino alle prime armi.

E non penso sia capitato questo strano ordine d’arrivo solo per la lunga permanenza in pista della safety car, dato che i valori in campo si sono confermati anche nella seconda parte della gara.

In altre parole, Hamilton ha dimostrato che, pista bagnata od asciutta, quando è concentrato e non commette papere inimmaginabili è veramente il campione da battere, colui che, a parità di mezzi vola, mentre Kovalainen si batte come faceva Barrichello con Schumacher, non riuscendo neppure a superare vetture meno performanti di McLaren, ma guidate da piloti veloci.

Ecco, mi pare che stiamo ritornando al concetto del pilota che fa la differenza, naturalmente ammettendo che lo stesso protagonista sia anche l’artefice principale della comprensione dell’assetto ottimale da suggerire ai tecnici di macchina.

Naturalmente la vettura performante rimane il cavallo vincente, ma piace sottolineare che anche BMW è ormai saldamente inserita per i primi posti, così da creare di fatto un terzetto di Team in lizza per i podi, mentre, per l’iride, non vedo altro che McLaren e Ferrari.

Anche oggi, a parte la circostanza piacevole di Piquet jr., era palese che, a pista libera, Hamilton aveva una superiorità media di oltre 6/10 a giro sugli inseguitori, malgrado una velocità di punta sensibilmente inferiore a Ferrari.

Ma sappiamo che oggi l’importanza dell’assetto è l’aspetto vincente, dato che si sono sufficientemente livellate le potenze limite dei propulsori, le coppie, il numero dei giri ecc.

Fondamentale è sempre più l’affidabilità di guida della vettura che deve avere quel piccolo margine di sicurezza che consenta al pilota di non commettere errori grossolani tali da compromettere l’ordine d’arrivo.

Ritengo ancora che finalmente McLaren abbia trovato un assetto in grado di sfruttare al meglio le gomme ( dure o morbide che siano ), i cordoli, l’affidabilità e la frenata che rimane sempre più un’arma vincente tale da permettere quei pochi sorpassi oggi possibili.

Starei invece più attento alle strategie, forse non ancora ottimali.

In vista di gare molto guidate, le premesse sono eccellenti.

Cordialità a tutti.

Fabrizio Pasquali

Tutto McLaren - L'angolo del Professor - Menu

E-mail

“ Quei temerari a ruote scoperte “ - ( Formula Uno in pillole )