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Tutto McLaren - L'angolo del Professor
2008

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GP del Bahrain 2008

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Gara non particolarmente interessante nel bel mezzo del deserto con un fastidioso vento mutevole a creare qualche difficoltà a piloti e pneumatici, ma complessivamente tale da confermare le previsioni della vigilia.

Ferrari in grande spolvero tanto da umiliare nella partenza e nei momenti successivi il buon Kubica che aveva dato l’anima per ottenere la tanto attesa pole position grazie anche ad un’ottima BMW.

D’altra parte non si potevano immaginare grandi cambiamenti prima del ritorno europeo dei Team a cercare di recuperare, ove possibile, quelle performance esposte nelle prime tre gare lontano da casa.

Qualcosa comunque appare concretamente anche da ora e credo sia l’importante passo avanti compiuto da BMW che quest’anno è accreditata di avere finalmente una vettura di completa ( ma sarà tutto vero ? ) autonoma progettazione.

Quello che colpisce, al di là del podio, è l’ordine d’arrivo particolarmente compattato ove Ferrari stacca BMW solo di una manciata di secondi.

Può essere che nell’ultima fase della gara le Rosse abbiano ricevuto ordini di scuderia relativi ad un semplice controllo sugli inseguitori, resta comunque il fatto che, tra pole e gara, BMW si dimostra attualmente l’unico mezzo in grado di contrastare una sorta di dominio annunciato.

McLaren, a parte la figuraccia di Hamilton che oggi ha condensato più errori di tutto il 2007, è comunque lontana da costituire una vettura competitiva per il titolo mondiale: mi pare di vedere la solita coperta troppo corta.

Se scarichi il mezzo per velocizzarlo rischi di non renderlo più guidabile e viceversa: sicuramente una battaglia sugli pneumatici, con tanto di frenate a ruote bloccate, è chiaro sintomo di scarsa attenzione progettuale volta alla perfezione degli assetti in gara.

Non ci resta che attendere sia i circuiti europei che il ritorno alle Case madri per vedere ove siano possibili aggiustamenti in corsa o progetti di avanzamento di rapida concretizzazione.

Cordialissimi saluti a tutti.

Fabrizio Pasquali

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