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Tutto McLaren - L'angolo del Professor
2008

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GP di Monaco 2008

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L’appuntamento monegasco rimane fra i più celebri della stagione agonistica di Formula Uno con tutte le assurdità che questo circuito presenta e soprattutto con l’assoluta idiosincrasia rispetto alle direttive progettuali delle attuali monoposto.

Ecco che, a prescindere dalle “performances” ottenute nella media dei circuiti stagionali, può accadere che questo storico Gran Premio veda un podio a volte strano, per lo meno alla luce di una previsione tecnica attendibile.

Se poi vogliamo aggiungere la pioggia e soprattutto quella instabile, come accaduto oggi, l’incognita diviene ancora più variabile e la forbice dei valori maggiormente flessibile.

Hamilton approfitta di quanto sopra per vincere qui per la prima volta in carriera e balzare in vetta della classifica Piloti: lo fa con merito a dimostrazione anche di un’ottima affidabilità del mezzo e di una buona sicurezza di guida.

Eppure le cose non si erano messe bene per il pilota inglese che, complice una foratura, (prima o poi della sbandata?) era costretto ai box approfittando per altro così di una strategia intelligente che di fatto anticipava di molto il primo pit stop previsto.

Ma già in partenza si era comportato benissimo, sfilando Raikkonen, oggi in giornata da dimenticare.

Risulta molto importante l’ottimo comportamento sul bagnato di McLaren, il ritorno all’affidabilità specie sui cordoli, vero cavallo di battaglia e marchio di fabbrica del Team inglese.

Risibile invece che Kovalainen sia stato l’unico pilota fermo al palo, verosimilmente per problemi elettronici, proprio alla guida di una vettura la cui Casa costruttrice è il felice fornitore dell’elettronica standardizzata: come a dire che a casa del calzolaio vi sono scarpe con i buchi nella suola…

Partire dai box è sempre “missione impossibile” in Formula Uno, ma qui a Montecarlo ancora maggiormente per la difficoltà enorme di superare in ogni settore del circuito.

D’altra parte Massa ha dimostrato come non sia proprio il fenomeno che lui stesso autostima ( forse una copia un po’ più aggiornata di Barrichello, ma non di più ) per cui Hamilton e l’ottimo Kubica hanno potuto avere ragione di lui, dopo che il ben più titolato Raikkonen, per sua colpa o del mezzo non bene assettato, combinava ogni disastro possibile, dalla partenza al rallentatore fino al grossolano tamponamento ai danni di Sutil.

Come sottolineavo all’inizio, non mi sembra la prestazione odierna motivo sufficiente per confermare come McLaren abbia colmato il gap che la divide da Ferrari, ma la vittoria a Montecarlo sembra un ottimo inizio per incoraggiare i tecnici in questo senso.

La telaistica funziona e da qui si può partire come punto fermo per ottimizzare il consumo degli pneumatici e la ricerca del “grip” necessario per poter finalmente scaricare un po’ di deportanza che tanto frena nei circuiti veloci.

Arrivederci alla prossima puntata,

Fabrizio Pasquali

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