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Tutto McLaren - L'angolo del Professor
2005

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GP del Belgio 2005

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Cari Amici, scusate il ritardo, ma la partecipazione alla trasmissione di R.A.I. UNO relativa al Gran Premio del Belgio ha leggermente scompaginato i tempi ed i modi di intervento.

Sulla presenza del sodalizio TuttoMcLaren in Televisione Vi parlerà probabilmente Luca Tuzzolo od altri Colleghi del Sito, per cui mi limiterò, come al solito del resto, a qualche riflessione sulla gara.

Va detto anzitutto che McLaren ha dominato con entrambe le vetture, ciò a dispetto dei soliti “saputelli” che, con pista bagnata, credevano (o speravano…) cambiassero radicalmente i valori in campo.

Non finirò mai di sottolineare, a questo proposito, come il fattore pneumatici costituisca un elemento inscindibile del progetto “macchina”, per cui la scelta di questa o quella Marca e le prestazioni del prodotto della stessa sono esattamente alla stregua di componentistica, sì di fondamentale importanza, ma aspetto inscindibile della progettazione, realizzazione e conseguente capacità prestazionale del mezzo.

Ciò premesso, abbiamo potuto constatare che, obbligata la scelta delle “intermedie” date le condizioni del fondo stradale (i pochi che avevano osato altre opzioni prima o durante la gara ne hanno pagato le conseguenze), lo splendido percorso di Spa ha messo in evidenza come i valori dei piloti e delle vetture in gara fossero quelli già espressi durante la stagione agonistica che sta per finire: due McLaren al comando, Renault a seguire, seconde guide da “impiccare” (Montoya che cade nel trabocchetto Pizzonia come un novellino alla prima gara, con tutte le implicazioni del caso, a fare il paio con un Fisichella invasato a rincorrere e dimostrare che lui va forte sul bagnato fino a fracassarsi da solo, il tutto per la “gioia” di Ron Dennis e Flavio Briatore) e poi il vuoto, ad eccezione di momenti veloci di Ralf Schumacher e di Button, finalmente e meritatamente sul podio.

Ferrari sicuramente priva di motivazioni, alla conclusione di una stagione da dimenticare in cui non si è mai visto un tentativo di invertire la tendenza, di mettere in campo pacchetti che potessero cambiare qualcosa: ciò dovrebbe far riflettere sulla continua evoluzione di un progetto che non può adagiarsi mollemente su precedenti anni di gloria.

In fondo la filosofia di Newey, che ogni anno parte dal foglio bianco, concezione questa che anche il sottoscritto ha talvolta criticato, ha una sua ragione d’essere in F.1 e proprio per la continua ricerca tipica della formula stessa, per non parlare dei continui cambiamenti imposti da un Regolamento F.I.A. su cui vi sarebbe tanto da discutere.

Renault si dimostra ancora una volta vettura che, se ben guidata, conferma un’ottima affidabilità ed un passo sufficiente per conquistare il Titolo Mondiale, mentre le altre del mazzo non possono aspirare che a podi sporadici, dovuti alle traversie delle prime due.

McLaren, se Montoya riesce a contenersi e ragionare meglio negli ultimi tre appuntamenti, dovrebbe far sua la Classifica “Costruttori”, titolo questo più che meritato in quanto Casa produttrice della miglior vettura dell’anno, come ormai anche la stampa più tradizionalmente ostile è costretta a riconoscere, con Raikkonen che diverrebbe per la seconda volta vice campione del mondo, a ricordare il grande Stirling Moss, considerato il miglior pilota della sua generazione, ma perseguitato da un destino che lo vide vincitore ovunque senza mai conquistare il Mondiale di F.1: ma Kimi è giovane e verrà sicuramente anche il suo momento di gloria.

Arrivederci quindi in Brasile con l’augurio di maggior avvedutezza da parte di tutti nell’uso del materiale tecnico a disposizione, dato che non sono pochi cavalli in più o meno quelli in grado di cambiare i valori già palesemente espressi in un’intera stagione di gare.

A tutti Voi, come sempre, il più cordiale saluto.

Fabrizio Pasquali

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