3.714.001 

dal 19/11/1999

START | Storia | Produzione | Clienti/Serie | Motori | Titolari | Società | Factory | Album | Albo d'Oro | Formula 1 | IndyCar | WEC | Altro
Calendario | E-mail | Servizi | FanBox |
Tutto McLaren - L'angolo del Professor
2005

Australia Malesia Bahrain San Marino Spagna Monaco Europa Canada Stati Uniti Francia 
Gran Bretagna Germania Ungheria Turchia Italia Belgio Brasile Giappone Cina 

<

GP d'Italia 2005

>

Monza era e, per quanto del circuito originale è rimasto, rimane tuttora una pista che non perdona, specie nelle curve di Lesmo ed alla Parabolica: cambiano le vetture, le velocità, le gomme, ma sempre detta la sua inflessibile legge questo tracciato a forma di rivoltella rovesciata e pericoloso come quell’arma.

Ne sa qualcosa Raikkonen che ha provato a forzare le dure leggi di Lesmo perdendo un terzo posto alla sua portata dopo una condotta di gara perfetta quanto sfortunata che meritava assolutamente di vincere.

Retrocesso all’undicesimo posto in griglia per la sciagurata fragilità di questo motore Mercedes, adotta l’unica strategia qui possibile per aspirare alla vittoria: una sola sosta a metà gara, che pateticamente non è stata capita se non a pochi giri dalla fine da parte dei telecronisti italiani, e puntare tutto sulla via libera e sul fatto che la lunga pit lane di Monza porta via un sacco di tempo a chi la percorre.

Ma la sorte non gli è amica: tradito, come si è detto, durante le prove libere da una valvola malandrina, viene a vanificare la validità dell’avveduta scelta tattica per uno sciagurato cambio gomme su cui vi sarebbe molto da riflettere.

La posteriore sinistra, infatti, praticamente perde il battistrada esterno, così come accadrà a Montoya, per sua fortuna, quasi al termine della gara, perché ?

Monza ha tutte curve a destra salvo la variante Ascari e tutte con un grave appoggio della parte distale del posteriore sinistro: con un carico di carburante superiore agli altri e per la posizione di tale peso nella geometria totale della vettura, mi sembra logico pensare che lo sforzo sostenuto per mantenere un “camber” accettabile abbia provocato, non tanto il logoramento, ma proprio il distacco del citato battistrada.

Per Montoya vale lo stesso ragionamento, ma, nel suo caso, la regolarità delle due soste che gli è stata concessa dalla partenza in “pole”, ha potuto diminuire il carico di carburante, evidenziando sì il preoccupante fenomeno, ma a gara praticamente acquisita.

Se fossi nel Team tecnico della McLaren approfondirei la causa di tale circostanza, soprattutto in vista di Spa, circuito ancora più traditore per i lunghi curvoni d’appoggio e per qualche pericoloso cambio di “grip”.

La classifica iridata è ormai dichiaratamente a favore di Alonso e, tutto sommato, questo pilota si merita un mondiale per l’approccio corretto con la sua vettura e la capacità di portarla sempre al limite con rari esempi di sfruttamento eccessivo del mezzo e quindi dimostrandosi pilota maturo e capace.

Anche per la classifica Costruttori Renault meriterebbe il titolo, malgrado il lagnone Fisichella che, alla stregua di Barrichello, ha sempre da lamentarsi per qualcosa che non va invece di preoccuparsi di essere meno inaffidabile del suo Compagno di Team.

Ferrari naturalmente in alto mare come del resto gran parte degli”altri”, ma tale situazione, almeno per questa stagione non costituisce novità alcuna.

Ci rivediamo in Belgio fra una settimana: un magnifico settembre a tutti Voi.

Fabrizio Pasquali

Tutto McLaren - L'angolo del Professor - Menu

E-mail

“ Quei temerari a ruote scoperte “ - ( Formula Uno in pillole )