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Tutto McLaren - L'angolo del Professor
2005

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GP di Monaco 2005

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La stupenda vittoria di Raikkonen a Montecarlo corona la lunga attesa che questo brillante pilota meritava fin dal suo esordio in F.1.

Erede naturale di Hakkinen, viene “prelevato” di forza dal Team McLaren vedendo in lui quelle doti che furono di Mika e contribuirono in modo determinante a momenti esaltanti della Casa inglese.

Il suo progettista di genio, Adrian Newey, in questi anni è stato croce e delizia di questo prestigioso marchio, per il perfezionismo “aeronautico” delle sue creature, spesso fragili e troppo sofisticate per la bagarre di un G.P. di F.1.

Ma la vettura di quest’anno, a parte un esordio poco felice, che ha potuto mettere in evidenza lacune (specie nelle sospensioni) sanabili, sembra ripercorrere le orme di quella fantastica macchina da gara che venne portata al mondiale due volte consecutivamente da Mika Hakkinen, come solo lui sapeva fare.

Direi per altro che Raikkonen sta accumulando pregi che in qualche misura potrebbero far pensare ad un livello addirittura superiore al maestro e mi riferisco in particolare alla meticolosa precisione di guida, mai scalfita da apprensione o nervosismo che pure serpeggiano frequentemente nel “Circus”.

La McLaren di oggi ricorda inoltre molto quella del biennio accennato anche per la facilità con cui è in grado di assorbire le insidie dei cordoli e le irregolarità stradali di molti circuiti, preservando gli pneumatici che, malgrado la apparentemente azzardata mescola morbida, sono risultati alla fine molto conservati e quindi assolutamente performanti.

La cosa è tanto più significativa se confrontata con la scelta Renault che ha creato problemi ad Alonso e Fisichella non solo per la opzione di mescola dura, ma per il degrado della stessa che evidentemente è legato ad un assetto certamente più approssimativo da parte della Casa francese diretta da Briatore.

Montecarlo non è particolarmente problematico per le gomme, ma lo diventa se gli assetti non sono in grado di assorbire le mille asperità di un circuito cittadino con tutto ciò che ne consegue.

Renault ha sì un’ottima coppia, preziosa per le accelerazioni dopo le staccate, ma, verosimilmente, questa va a svantaggio degli pneumatici probabilmente troppo stressati da tali brusche accelerazioni.

Williams ha dimostrato che il lavoro intelligente paga anche “a rate”: non è ancora vettura da mettere paura a McLaren, ma ha di molto migliorato quell’assetto catastrofico dello scorso anno e delle prime battute del presente. La attendiamo nei circuiti veloci, a partire dalla prossima “tappa”.

Ferrari sempre nei pasticci soprattutto per gli pneumatici che non quadrano minimamente con la vettura: pare impossibile che Bridgestone non sia stata in grado di risolvere problemi dopo anni di collaborazione quasi in esclusiva col prestigioso Team di Maranello.

In attesa del ritorno in pista delle B.A.R., mi pare che Toyota dimostri quanto di buono è stato detto nelle scorse gare, naturalmente per un Team che dovrà accontentarsi di qualche podio di rimpiazzo e non certo in grado di competere per il Titolo.

Un’ultima considerazione su Montoya e la presunta incompatibilità con la guida di vetture McLaren: che sia un “driver” impulsivo è fuori discussione, ma non ritengo che tale caratteristica sia penalizzante per questo Team più che per ogni altro.

In presenza di un mezzo veloce e su circuiti dalle caratteristiche corsaiole, penso vedremo nei primi posti il Campione colombiano così come ha dimostrato nelle scorse stagioni.

Sempre attendendo le vostre opinioni, Vi saluto con la massima cordialità.

Fabrizio Pasquali

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