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Tutto McLaren - L'angolo del Professor
2005

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GP d'Ungheria 2005

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Brillante vittoria di Raikkonen in Ungheria che riscatta il periodo nero di questo primo attore del Circus di F.1, proprio nella giornata più negativa del Team Renault e su un circuito che, potenzialmente, era il più favorevole alla Casa francese.

Peccato che McLaren confermi puntualmente due verità di cui solo una è positiva: questa vettura si dimostra contemporaneamente la più brillante e la più fragile del gruppo, dato che per un motivo o per l’altro sembra patire la formula dei due Gran Premi con lo stesso propulsore; oggi ha pagato Montoya appiedato mentre gli si prospettava una facile vittoria.

La “pole” di M. Schumacher aveva forse illuso gli “Uomini in Rosso” nella prospettiva di un possibile successo e nel ritorno di Ferrari fra le Marche al top della competizione, ma la gara ha impietosamente dimostrato esattamente il contrario: Ralf che, su una Toyota qualsiasi, morde la coda al Fratello maggiore e non lo sorpassa solo perché questo circuito non lo consente esprime da solo il divario che separa Maranello da McLaren e Renault.

L’avvio della gara ne ha in gran parte condizionato l’arrivo, almeno per le posizioni di testa: entrambe le Renault, al contrario di quanto si era visto sino ad ora, tentennano e rimangono invischiate dell’ingorgo della prima curva, mentre sfilano, dietro Schumacher, le due McLaren: la corsa ha preso così la sua svolta decisiva dopo pochi secondi; il sorpasso di Kimi al secondo pit stop era scritto e palese e la sua cavalcata finale a stracciare chi si fosse fatto qualche illusione in casa Ferrari è di per sé eloquente ed esaustiva sulla realtà delle forze in campo.

Ronald Dennis & C. devono ora trovare quell’affidabilità che mette in crisi un progetto semplicemente brillante, ma che, forse, nel perfezionismo dello stesso (intendo come atteggiamento progettuale) contiene i suoi lati di oscura fragilità.

L’impressionante superiorità della vettura in ogni condizione di esercizio (scarica con Raikkonen e pesante con Montoya a mantenere il passo dei primi) la dice lunga sul divario progettuale di tale splendida realtà.

Rimane il fatto che, in queste condizioni, torna valido il detto del Drake (Enzo Ferrari): “La vettura migliore è quella che si rompe subito dopo la bandiera a scacchi dopo averla superata per prima.”

La regola dei due Gran Premi, e delle qualifiche, sempre con lo stesso motore si dimostra infatti in contrasto con la filosofia progettuale della F.1 intesa come categoria all’apice delle prestazioni in campo agonistico.

La tecnologia ammette compromessi solo su mezzi di uso comune o quotidiano, dove primeggiano altre scelte che nulla hanno a che vedere con la velocità e l’agonismo.

E ciò vale non solo per McLaren, dato che sembrerebbe questo un giudizio di parte, ma, se pensiamo bene al criterio con cui è nata questa Formula d’eccellenza, per la sopravvivenza e la logica insite nella definizione stessa.

In attesa di assistere a “cose turche”, Vi porgo i più cordiali saluti.

Fabrizio Pasquali

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