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Tutto McLaren - L'angolo del Professor
2014

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GP del Brasile 2014

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Scontato il duello in famiglia Mercedes, con la vittoria, questa volta, di Rosberg, complice un fuoripista di Hamilton che ha preferito poi non rischiare e rimanere al secondo posto, come al solito in questa stagione non rimane che l'esame degli “altri” al fine di vedere se sia possibile scoprire qualche novità.

Massa in casa sua, con un pubblico da stadio, guida al meglio la Williams motorizzata Mercedes e riesce a salire sul podio, fornendo così il suo contributo alla Classifica Costruttori e mettendo in fila Button, Vettel ed Alonso.

L'Inglese di McLaren ha condotto una gara da filmare per l'esempio di eleganza di guida, quasi non fosse su una F.1, accarezzando le gomme come solo lui sa fare in questa generazione di piloti, tanto da pensarlo come ottimo istruttore di giovani ormai che la sua carriere volge al termine.

Vettel ed Alonso, in vista dei prossimi trasferimenti, si confermano piloti di lusso, aspiranti, quali di fatto sono, a volanti prestigiosi, proprio qui in Brasile ove una rinnovata ( nel fondo stradale ) pista ed un feroce caldo mettono a dura prova pneumatici e conduttori.

Pe il Mondiale Piloti i giochi sembrano chiusi, dato che Hamilton può contare anche sul secondo posto nella gara finale, con Rosberg vincente, per l'aggiudicazione del titolo iridato.

Allora tutti negli Emirati Arabi a concludere la trionfante stagione Mercedes ed attendere il risveglio degli altri; non è proprio della F.1 un andamente così soporifero, speriamo.

Segue un'altra puntata della Storia della F.1, buona lettura.

“Molte le novità nel 1970, sia dal punto di vista tecnico, che relative allo spostamento dei piloti da un Team all’altro.

Ferrari si presenta con la 312 B dal fantastico motore boxer ( o, come si preferisce dire a Maranello, a V di 180° ); i piloti sono J.Ickx affiancato, a seconda dei circuiti, da Regazzoni e dal giovane romano Ignazio Giunti.

Lotus, innovativa come sempre, mette in pista la 72 con motore Ford: fra le principali soluzioni adottate, lo sdoppiamento del radiatore anteriore in due collocati ai fianchi del pilota, nonchè i freni anteriori spostati dalle ruote ai semiassi, all’interno della scocca.

La neonata March-Ford può contare su due campioni come Stewart ed Amon, mentre la francese Matra ( iridata nel ’69 ) lascia il propulsore Ford per un nuovissimo 12 cilindri affidato ai due piloti di casa Beltoise e Pescarolo.

I primi G.P. della stagione agonistica sono vinti dalle “vecchie volpi” Brabham ( Sud Africa ) e Stewart ( Spagna ), dove Ickx è vittima di uno spaventoso incidente per fortuna senza conseguenze importanti. Ma da Monaco in poi inizia la marcia vittoriosa dell’austriaco Jochen Rindt con la sua fantastica Lotus.

E’ un vero trionfo: cinque vittorie su sei gare mondiali, l’iride è ormai praticamente suo.

Ma un tragico destino attende il Campione proprio a Monza: durante le prove, alla staccata prima della parabolica, la vettura scarta improvvisamente sulla sinistra schiantandosi contro il guard-rail provocando la istantanea morte del pilota.

Lotus ritira le proprie vetture in segno di lutto non partecipando al G.P. d’Italia ove vincerà la Ferrari di Ragazzoni.

Consumato tale drammatico episodio, Ickx sembra avere ancora possibilità di agguantare il mondiale, grazie alle vittorie in Canada e Messico, ma una “Giustizia superiore” vuole pilotare il destino nel modo che tutti alla fine avrebbero voluto: ritornata alle gare, Lotus vincerà negli U.S.A. con Fittipaldi, onorando pertanto Rindt del meritatissimo alloro mondiale alla memoria.

Anche il ’71 vede il solito movimento piloti fra i Team: Ferrari, dopo le vittorie di fine ’70, parte favorita con Ickx, Andretti e Regazzoni; Lotus promuove Fittipaldi a prima guida, affiancandogli Wisell; Matra resta tutta blu ( francese ) con Amon e Beltoise, mentre Siffert va in B.R.M. e Pescarolo alla Williams ( già March ).

Tragici incidenti hanno rapito, oltre Rindt, McLaren e Courage, mentre Brabham si è ritirato spontaneamente dalle gare lasciando il posto al “redivivo” Graham Hill che, malgrado gli anni e soprattutto due gravi incidenti, ha ancora voglia di dire la sua.

Anche il 1971 vedrà cadere in pista validi protagonisti: ricordiamo fra questi Giunti ( 1000 Km. di Buenos Aires ), Rodriguez ( in una gara in Germania su vetture Sport ) e Siffert ( a Brands Hatch ).

Come si è detto, grande favorita Ferrari che Ickx porta alla vittoria in Olanda e sul podio a Monaco ed in Spagna.

A questo punto però, quella che voleva essere un’evoluzione tecnica importante ( la nuova 312 B2 nasce con una sospensione posteriore innovativa in cui emergono, fra l’altro, i freni entro la scocca ) costituirà il “tallone d’Achille” della vettura stessa, peggiorandone la guidabilità specie in alcuni tipi di percorso.

Emerge fra tutti un fantastico Stewart con la Tyrrel Ford che vincerà sei G.P. su undici ( a cui vanno aggiunti un secondo ed un quinto posto ) finendo iridato con amplissimo margine su tutti.

La superiorità Tyrrel viene confermata dai punti pesanti della seconda guida, Cevert, che consentirà al Team di vincere anche la classifica Costruttori addirittura doppiando in fatto di punti la seconda ( B.R.M. ).

Il pilota emergente in questo 1971 è Ronnie Peterson che, pur senza vittorie, concluderà al secondo posto la graduatoria “Conduttori” grazie a cinque podi.

Anno di debutti quindi e vogliamo sottolinearne uno particolarmente importante per il futuro: si tratta del giovane sconosciuto biondino austriaco, quel Niki Lauda che, grazie ad una facoltosa famiglia, riuscirà a far capolino in F.1 con i quattrini di casa, ma che ripagherà i suoi e lo sport in generale di ben altri allori.

E venne l’ora degli sponsor: nel 1972 si consolida questo costume, divenendo quindi un aspetto fondamentale della storia della F.1; tale presenza ha una particolare predilezione per le Case produttrici di tabacco e derivati.

Ecco quindi che le vetture di F.1 si trasformano in vere e proprie vetrine di marchi ed i colori nazionali ( verde per le inglesi, blu per le francesi, rosso per le italiane, bianco per le tedesche ecc.) spariscono per assumere sempre più l’aspetto di “pacchetti di sigarette volanti”.

Il Team di Maranello manterrà il rosso nazionale, sia pure con adesivi di vari sponsor e vanno ricordate le parole con cui Enzo Ferrari precisava la sua opinione in materia: “ Le mie macchine fumano solo olio….”

Dal punto di vista della tecnologia, ritorno al passato: Lotus abbandona il progetto turbina ( della 56 ) e Ferrari opta per la sospensione posteriore tradizionale, visto l’insuccesso dell’anno precedente.

Fra la vettura inglese e l’italiana vi è purtroppo una sostanziale differenza: la Lotus 72 dopo tre anni di gare si è evoluta magnificamente ( tecnicamente innovativo l’alettone posteriore a sbalzo per creare una sorta di leva ad aumentarne la deportanza ), mentre la Rossa 312 B non altrettanto, arrivando talvolta a vincere, ma dimostrandosi di fatto inaffidabile ed incostante nel rendimento.

Peccato perché nelle Sport la 312 P ( strettamente derivata dalla 312 B ) sbanca in tutte le gare, dimostrandosi la regina della categoria.

Fittipaldi marcia così alla grande vincendo con la sua Lotus in Spagna, Belgio, Gran Bretagna, Austria e Monza e salendo per altro sul podio anche in Sud Africa ed in Francia.

Fra gli inseguitori, Stewart è tormentato più dalla sua ulcera che da problemi della vettura, mentre Ickx, viceversa ha un “Cavallino pazzo” fra le mani.

Lotus pigliatutto in questo 1972 che vede invece Ferrari chiudere con un modesto quarto posto nelle due classifiche ( con Ickx ).

Di ulcera però si può guarire abbastanza celermente…. e con tale frase vi rimando alla prossima puntata.”

Fabrizio Pasquali

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