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Tutto McLaren - L'angolo del Professor
2014

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GP del Giappone 2014

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Complicata e, tutto sommato, inutile gara nel Sol Levante, caratterizzata da una pioggia fortissima che ha costretto partenza e prima parte della competizione dietro la safety car e, successivamente, monologo delle due Mercedes che, anche sul bagnato, hanno dimostrato di essere inavvicinabili, rifilando qualcosa come quattro secondi al giro ai tapini che seguivano: distacco da record nella storia della F.1.

La strategia del cambio gomme anticipato ha favorito un valido Button che, furbissimo come sempre in questi casi, è riuscito a farsi battere solo dalle ben superiori Red Bull, con cui Ricciardo ha conquistato il podio più basso.

Discrete in prova le Williams, hanno ceduto in gara in quanto troppo scariche aerodinamicamente per tali condizioni meteorologiche.

Il partente Alonso pare sia rimasto senza alimentazione elettrica ancora in fase di avvio protetto, da cui un misterioso ritiro, mentre Raikkonen non superava la dodicesima piazza: figura da dimenticare presto in Casa Marchionne.

Il riprendere della pioggia battente ha contribuito ad incidenti anche gravi, tra cui quello dello sfortunatissimo Bianchi, in collisione addirittura con un mezzo soccorritore che gli ha procurato un preoccupante trauma cranico da neurochirurgia.

Al simpatico pilota francese vanno gli auguri più sinceri di tutti noi per una completa e rapida guarigione.

A seguito di tale incidente, la gara veniva sospesa a pochi giri dalla conclusione naturale, senza per questo perdere assolutamente nulla sia dal punto di vista tecnico, né tanto meno agonistico.

La stagione del resto sembra assolutamente conclusa, presentando interesse soprattutto per il gossip di arrivi e partenze e null'altro.

Continuamo a seguire passo passo le vicende di F.1 del passato: buon divertimento...

“...Curioso anno il 1964: tutti i Team preoccupati dallo strapotere di Clark-Lotus tendono a rinforzarsi anche per la presenza di una nuovissima Honda a 12 cilindri che, al di là delle prestazioni in gara, fa temere rivoluzionarie novità.

Ferrari migliora l’8 cilindri a V di 90° portandolo ad un regime di rotazione di ben 11.000 g/m. rivedendo nel contempo il telaio alla luce degli schemi adottati dalle vetture inglesi; il risultato sarà di tutto rispetto, tanto da poter affidare all’esperto Surtees un mezzo vincente, grazie anche all’apporto di un alfiere di lusso quale Lorenzo Bandini.

A Monaco, prima tappa del Campionato, conferma di G.Hill su BRM, ma Clark si rifà con i tre successi in Olanda, Belgio e Gran Bretagna, ipotecando così il secondo titolo mondiale, incalzato per altro dal regolarissimo Hill.

Ma, per la gioia degli Italiani e dei Ferraristi in particolare, la F 158 coglie tre successi prestigiosi con Surtees e Bandini, ribaltando di fatto la situazione a due G.P. dalla fine.

Hill è ancora in testa con due punti su Clark e quattro su Surtees. L’annata si gioca in America: a Watkins Glen ( USA ) e Mexico City ( Messico). Negli USA Clark sembra vincere facile, ma causa problemi di alimentazione è costretto a fermarsi lasciando la vittoria al rivale di sempre G.Hill.

Lo “Scozzese volante” cerca di rifarsi allora in Messico, ma rompe a soli due giri dal traguardo; per Hill sembra fatta , quando la sua BRM si ferma a soli cinque chilometri dal titolo. Rapido gioco di squadra in Ferrari, con Bandini che cede il secondo posto a Surtees ed i sei punti che valgono un alloro iridato. Per completezza va detto che Hill finirà secondo malgrado un punto in più di Surtees e ciò grazie al diabolico regolamento che prevede gli scarti ( non più di “tot” risultati utili in una stagione ).

Ferrari quindi brava e fortunata, grazie anche e soprattutto ad un signore come Lorenzo Bandini ottimo pilota e gentiluomo di razza.

Ma Clark non aveva certamente digerito l’amaro boccone: quasi a bissare il 1963, si riprenderà il tutto con gli interessi in quel 1965 che lo vedrà vincitore in ben sei G.P. su dieci.

Ma vediamo le novità dell’anno: nel parco piloti J.Stewart affianca G.Hill alla BRM; Ginther passa alla Honda portandola alla prima vittoria; Rindt con McLaren alla Cooper e Hulme è terzo pilota della Brabham.

Ferrari mette in pista uno splendido 12 cilindri a sogliola ( V di 180° ovvero a cilindri contrapposti, chiamato anche “boxer” ) di ben 220 Hp.; ma Surtees gli preferisce il collaudato 8 cilindri che gli aveva portato l’alloro mondiale.

Clark collauderà il nuovissimo Climax a 32 valvole che si mostrerà vero valore aggiunto alla maestria del Campione scozzese. Infatti potrà permettersi di snobbare Monaco per Indianapolis e , grazie alle sei vittorie consecutive menzionate, sarà di fatto già Campione del Mondo.

Ma , e da qui la leggenda che “ anche le vetture hanno un’anima”, da quel momento Lotus romperà sempre a vantaggio di Hill ( a punti in nove G.P. su dieci), mentre Ferrari deluderà molto con entrambi i motori, ponendo le premesse dello sfaldamento dei rapporti con Surtees che non troverà mai ufficiali o logiche spiegazioni. (continua).......”

Cordialità a tutti, Fabrizio Pasquali

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