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Tutto McLaren - L'angolo del Professor
2012

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GP di Abu Dhabi 2012

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Spettacolare gara negli Emirati Arabi Uniti ad Abu Dhabi, in quel circuito permanente costruito interamente in un mondo fantastico, frutto delle immense ricchezze del petrolio, dalla tecnologia sorprendente, dall’illuminazione permanente con gli Hotel ad “enne” stelle che si affacciano su ovunque il ricco ospite voglia vedere.

L’interpretazione più rigida del regolamento F.I.A. si era abbattuta sulla qualifica del Leader della classifica piloti, Vettel, relegandolo a partire addirittura dai box, senza neppure il giro di ricognizione ( mancava solo che lo facessero gareggiare con un cilindro senza accensione ), mentre sappiamo che, altre volte, e proprio in questa stagione, sono state applicate sanzioni molto meno severe ad altri.

Alla luce dei risultati però, ne ha guadagnato molto la “suspence” e l’agonismo espresso in gara, dato che lo stesso Vettel è finito terzo, subito dietro Alonso, grazie ad una rimonta che gli fa assolutamente onore.

E tanto più bravo è stato in quanto, partendo dalle retrovie, viene coinvolto in toccate che lo costringono ad un pit stop supplementare rispetto agli altri, senza il quale avrebbe potenzialmente vinto la gara stessa.

Scomodando il Manzoni, “…la c’è una Giustizia….”, ma come ne “I promessi sposi”, anche oggi questa deve essere faticosamente guadagnata con impegno e merito.

Pare a tutti che i molteplici sorpassi con protagonista Vettel, la capacità di mantenere saldi i nervi malgrado le sventure, l’abilità anche tattica di sapersi accontentare nei giri finali in funzione della classifica generale, siano tutte doti che dovrebbero premiare un vero Campione come tale si è dimostrato oggi il Leader Red Bull.

Sfortunata pure la prova di Hamilton che, ancora una volta, è stato tradito da una McLaren dalla solita coperta corta: se le tiri troppo il collo la vettura ti lascia a piedi, esattamente come ai tempi di Hakkinen.

Button si accontenta del quarto posto, in una gara a lui congeniale, forse perché ha capito la fragilità di questa macchina evidentemente dalle prestazioni fortemente amplificate.

Alonso ottimo secondo con una Ferrari sufficientemente cresciuta sì da competere sempre per la vittoria, anche se gli pneumatici costituiscono sempre un punto “ dolens “ per Maranello.

Infine il vincitore Hakkinen, freddo come vuole il suo nomignolo, regolare come un cronografo ginevrino, con una Lotus passabile, ma certamente non la fine del mondo: chi sa guidare molto bene come lui, talvolta, sa anche sfruttare al meglio situazioni non eccezionalmente favorevoli ed è anche questa una dote da campioni del mondo.

Arrivederci negli U.S.A,

Fabrizio Pasquali

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