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Tutto McLaren - L'angolo del Professor
2012

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GP d'Italia 2012

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Limpida vittoria a Monza di Hamilton, vero dominatore nelle prove ed in gara: McLaren però si rovina la festa per il guasto tecnico subito da Button, tranquillo secondo fino al funesto accennato evento.

Ecco allora che il Team inglese riesce sì e no a compensare, nel Costruttori, il trattorino Ferrari, sempre nei primi cinque, ora anche con Massa, forse spaventato a morte da una potenziale sostituzione a fine stagione.

Perez indomito a condurre una Sauber bilanciatissima, bravo nella guida di una vettura che ha proprio nella modesta usura degli pneumatici il suo punto di forza.

Resta il fatto che il giovane corre veramente e che la vettura tiene anche come affidabilità; non è affatto di tutti un secondo posto a Monza in condizioni climatiche e di gara regolari.

Red Bull nella bufera ( eppure conduce ancora il Costruttori ! ) con prove modestissime e con due ritiri in gara di una banalità sconcertante.

Tutti noi conosciamo cosa sia un alternatore e quanta poca tecnologia contenga: ebbene, sembra che il guasto dello stesso, e per lo più reiterato, sia stata la causa unica del ritiro di Vettel.

Ogni commento mi pare superfluo….

A parte il fatto che il Campione tedesco era già andato a farsi penalizzare per una manovra azzardata su Alonso ( guarda il caso…), compromettendo quindi una gara sì difficile, ma non del tutto funesta, la storia dell’alternatore è invece da comiche finali.

Webber può andare in pensione quando vuole: ripete prove da metà classifica ed in gara compie di tutto fino ad un testacoda in rettilineo: superato solo da quel tipo ( ma non era un pilota di F.1 ) che sembra sia riuscito a capottare in parcheggio a marcia indietro.

Alonso quindi incassa e ringrazia, naturalmente anche il compagno Massa che finalmente gli dà una mano nel rosicchiare punti agli avversari: sa che ormai, anche solo amministrando le gare che restano e rischiando pochissimo, il mondiale piloti è a portata di mano e, tutto sommato, meritatamente.

I saggi Romani applicavano, ove possibile, il motto : “Divide et impera” ( dividi e comanda ), sapendo che lo scontro tra avversari ed il disastro che da questo deriva non può che giovare a chi non va a cercare guai.

In questo senso Fernando è cresciuto molto e, con lui, anche Ferrari che oggi strapazza meno gli pneumatici e si dimostra affidabile in modo sufficiente.

Fra suicidi ed aspiranti tali è più che abbastanza .

Ed ora andiamo in Oriente.

Fabrizio Pasquali

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