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Tutto McLaren - L'angolo del Professor
2012

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GP di Corea 2012

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Ho sempre stimato moltissimo, anche sul piano umano, Adrian Newey che, a partire dal 1981 ( a soli 23 anni ) si è occupato di vetture da corsa, sia di F.1 che di F. Indy.

L’indirizzo dei suoi studi ingegneristici è prevalentemente aeronautico, ma sappiamo come la vettura moderna di F.1, a parità di motore, freni, sospensioni ecc., sia soprattutto studiata in galleria del vento, anche se poi sarà la pista a decretare le modifiche, spesso minime e molteplici, da applicare sul progetto operativo.

Che si tratti di progetto “in fieri” è ormai del tutto assodato: la vettura che inaugura la stagione sarà molto diversa da quella che la chiude, con in mezzo tutte le variabili, concesse dal regolamento, per l’adattamento alle singole gare.

Newey ha esperienza come pochi nel settore, è sufficientemente giovane per garantire la sua presenza per molti anni ancora, dispone di una sensibilità particolare nel gestire il “progetto macchina” ovvero, alla presenza di costanti praticamente comuni a tutti, la vettura ideale deve sfruttare al meglio tutti i parametri, sia quelli fissi, che i variabili da gara a gara.

Con gli pneumatici eguali per tutti i Team, è fondamentale che la macchina consumi razionalmente i medesimi mantenendo praticamente inalterate le caratteristiche di performance per l’intera competizione.

Ecco che, dopo un avvio molto altalenante, la Red Bull oggi riesce a mantenersi su ottimi livelli con entrambi i piloti e, senza strafare, dimostrarsi leggermente migliore delle altre.

Ciò premesso, si capisce l’andamento della corsa odierna: prove da “pole” doppia, scatto alla partenza ragionevolmente veloce, ordinaria amministrazione della gara a pista libera con normale gioco di squadra fra i due piloti del Team.

Ferrari si danna l’anima con Alonso e con un buon Massa, spronato forse da timori del resto molto fondati, ma la Red Bull è superiore ed in condizioni simili vi è solo da amministrare le soste ed i vantaggi.

McLaren, sfortunata in partenza con Button speronato senza colpa e costretto al ritiro ( ma già nelle prove l’undicesima piazza era molto deludente ), non riesce a far nulla con Hamilton che, fra l’altro, evidenzia i lati negativi della sua guida fra cui l’irruenza nelle frenate consumando così anticipatamente gli pneumatici in modo determinante.

In ogni caso McLaren oggi è non più della terza forza, come giustamente sancisce la Classifica Costruttori, in un’annata troppo altalenante per definirsi all’altezza delle aspettative.

Andremo a vedere che aria tira tra gli elefanti.

Fabrizio Pasquali

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