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Tutto McLaren - L'angolo del Professor
2010

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GP d'Europa 2010

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I soliti ricorsi al Regolamento in un circuito cittadino che rinnova Monaco, Canada ed Australia con le pure solite entrate della safety car a rimescolare le carte, così da rendere sempre discutibile la performance sportiva della gara ed il suo valore tecnico-agonistico.

Nello specifico grandi mugugni in casa Ferrari per la tardiva penalizzazione subita da Hamilton, che, a ben vedere, non sarebbe stato neppure punibile.

Vediamo perché: la safety car entra in pista a seguito dell’incidente capitato a Webber e, secondo i colpevolisti, Hamilton l’avrebbe superata, da cui la giusta punizione comminatagli.

Quest’ultima, per altro, sarebbe avvenuta tardivamente, per cui l’effetto della stessa risulterà di fatto irrilevante dato il vantaggio nel frattempo accumulato.

Nessuno si è posto però il problema delle cause di tale ritardo.

A mio avviso, il Pilota McLaren non supera la safety car in quanto questa non è ancora entrata nel circuito: è vero che sta percorrendo la pit lane quando all’esterno scorre Hamilton, ma il circuito inizia solo “alla fine della corsia dei box”, tanto che la stessa corsia prevede regolamenti ben diversi dal circuito, fra cui i limiti di velocità, il non attraversamento della linea di separazione fra questa ed il circuito ed altro.

In altre parole i piloti devono accodarsi alla safety car quando la stessa si trova nelle loro stesse condizioni, ossia nella vera pista a velocità libera: quando ciò oggi è avvenuto Hamilton era oltre la vettura di sicurezza.

Non punibilità quindi del pilota anglosassone, risolta, e male, questo sì, con una punizione non dovuta, forse presa a maggioranza per le proteste di chissà chi.

Pasticci veri invece in casa Ferrari, maldestri nei pit stop e nella puntualità strategica, ma chi è causa del suo mal…

Che ciò sia obbiettivamente constatabile scaturisce anche e soprattutto dall’ordine d’arrivo di Alonso e Massa, sicuramente non all’altezza delle vetture da condotte da costoro.

D’altra parte, il terzo posto di Button va a confermare che non è solo l’episodio di Hamilton reo di lesa maestà nei confronti delle Rosse, ma tutto un insieme di circostanze che hanno portato i piloti di Maranello nell’anonimato del gruppone.

Ma vedremo sui circuiti veri l’esatto valore delle forze in campo.

A presto,

Fabrizio Pasquali

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