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Tutto McLaren - L'angolo del Professor
2009

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GP del Giappone 2009

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Ordine d’arrivo con distacchi ingannevoli in Giappone, data l’entrata, nella fase finale della gara, della Safety Car, ma classifica esatta a dimostrare l’andamento della gara.

Come già dimostrato recentemente, il Team Red Bull, col suo uomo di punta Vettel, è oggi in gran forma e, salvo situazioni assolutamente imprevedibili, in condizione di piazzare il Tedesco alle spalle di Brawn ( quando non di accalappiare il Titolo ) nella corsa al Mondiale.

La Brawn, dal canto suo, deve solo stare attenta ad amministrare i punti di vantaggio residui di Button, abbandonando Barrichello, dato che nei Costruttori non corre pericolo dalla Red Bull: spiace dover pensare in questi termini poco agonistici, ma sarà cura di Vettel forzare alla disperata per tentare la “Mission impossibile” sperando disgrazie dalle parti del Rivale inglese.

Altre soluzioni non sono in grado di vedere per gli ultimi due appuntamenti.

Ferrari può ancora sperare nel terzo posto Costruttori solo se riuscirà a tenere il passo di McLaren che, pur non essendo attualmente un fulmine di guerra, ci pare leggermente più competitiva di Maranello.

Se poi Kovalainen si ricordasse di guidare una Freccia d’argento e non un taxi, le cose parrebbero addirittura probabili.

Toyota si è svegliata troppo tardi per esprimere qualcosa in questa stagione, ma ha ancora la possibilità di piazzare podi preziosi per guadagnare punti pesanti nell’ottica introiti finanziari.

I passi più importanti si sono fatti anche nella “campagna acquisti e vendite” e credo che tutto sommato le coppie dei Team più prestigiosi possano considerarsi piuttosto bene assortite.

Sono curioso di vedere la nuova composizione della FIA dopo l’era Mosley ed il rapporto che si verrà a creare con Ecclestone e la FOTA, al di là dei soliti primi complimenti di circostanza.

E’ piuttosto difficile a questo punto della stagione, e con trenini che si formano in partenza per finire all’arrivo, vedere qualcosa di veramente interessante da raccontare.

Arrivederci in Brasile,

Fabrizio Pasquali

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