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Tutto McLaren - L'angolo del Professor
2006

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GP d'Australia 2006

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Alonso e Renault al di sopra di ogni avversità o sfortuna, grazie ad una performance sportiva impeccabile, dominano in Australia mettendo già una buona ipoteca per il prosieguo della stagione.

Button e Fisichella, svelti nelle prove, si presentano in prima fila, ma Giancarlo deve essersi impasticciato con le procedure di partenza e rimane al palo, conquistando così, ancor prima del via, il fanalino di coda.

L’inglese della Honda resiste alla partenza, ma dopo qualche centinaia di metri è già “uccellato” da Alonso che inizia così la sua cavalcata solitaria.

Purtroppo il circuito di Melbourne è quanto di peggiore possa offrire il mondiale in fatto di manto stradale e soprattutto di assistenza in caso di sinistri: la “safety car” è costretta infatti ad intervenire ben quattro volte penalizzando il vantaggio di chi è in testa, tanto da rendere ancora più meritevole la prestazione del brasiliano.

Massa rimane impaccato nel primo giro e la seconda Ferrari è quindi da subito messa fuori dai giochi.

Ancora peggio fa Montoya che riesce ad intraversarsi nel giro di formazione, preludio di una prestazione da dimenticare, come avremo modo di vedere in seguito.

Raikkonen si batte alla morte, ma rimane troppo alle spalle di Button per impensierire il battistrada e, malgrado le ripartenze, becca secondi su secondi, probabilmente svantaggiato anche da una aerodinamica frontale compromessa da qualche “toccata e fuga”.

Il circuito cittadino comincia a dare segni della mancanza di vie di fuga e, poco alla volta, molti pagano inefficienza tecnica o solo insicurezza nella guida.

Una firma eccellente come Michael Schumacher, dopo essere stato sorpassato da un “qualsiasi” Liuzzi, pensa di drizzare via prato alcune curvette, esagerando però sui cordoli fino a massacrare la sua Ferrari a destra ed a manca: per un epta-campione mondiale merita i più sentiti…complimenti!

Montoya non vuole essere da meno e, sulla medesima curva, si esibisce in un fuori strada che lo appieda, anche se poi va ad inscenare chissà quale scusa di guasto elettronico o pneumatico.

Raikkonen è l’unico a guidare pulito e veloce e, sistemata l’aerodinamica, sembra poter impensierire Alonso, ma il margine del brasiliano è ormai incolmabile.

Completa il podio Ralf Schumacher con una Toyota senza infamia né lode, ma che si dimostra vettura in questa occasione affidabile.

La palma della sfortuna a Button, vittima della rottura del propulsore in dirittura d’arrivo: peccato non sia riuscito a mettere in folle per aver così modo di guadagnare il traguardo per inerzia.

Brabham fece ancora di più, vincendo un campionato mondiale con vettura spinta a mano: ma erano altri tempi, regolamenti e….uomini.

Ferrari fuori dai giochi anche dal punto di vista tecnico, rimane solo McLaren a contendere a Renault una indiscussa superiorità, in attesa di qualche step evolutivo tale da poter rendere la vettura inglese veramente altrettanto veloce della francese.

Se così non fosse si assisterebbe ad un monologo Renault fotocopia della prima fase del mondiale scorso.

Cordialissimi saluti a tutti dal vostro

Fabrizio Pasquali

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