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Tutto McLaren - L'angolo del Professor
2007

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GP di Francia 2007

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E’ mai possibile che nell’arco di sole due settimane Mclaren superstar sia scaduta ad una vettura qualsiasi o, viceversa, che a Maranello sia arrivato il genio della lampada a realizzare un miracolo a cui nessuno nemmeno avrebbe pensato ?

Eppure, alla luce della gara odierna, questa è la situazione e non tanto per l’ordine d’arrivo, che può essere falsato da episodi od incidenti di sorta, quanto proprio per l’assoluta linearità della competizione, di un piatto complessivo in linea con le gare sempre più monotone della Formula Uno odierna.

Passi per Alonso che, partendo dalla quinta fila con un cambio acciaccato e con un motore limitato volutamente nei giri, ha fatto quello che ha potuto adattandosi a recitare la parte del comprimario, di quelli cioè che gioiscono ogniqualvolta riescono ad arrivare a punti, ma inspiegabile la gara di Hamilton, lento in partenza malgrado la vettura superleggera, opaco nella gara, mai in grado di infastidire il duo Ferrari.

E non si venga a dire che è stato penalizzato dalla triplice sosta ai box, ché la strategia, in questo caso per altro incomprensibile, fa parte della condotta di gara generalmente studiata e concordata a tavolino.

Evidentemente il timore Ferrari doveva essere palpabile se veniva scelta la strategia di una macchina leggera per la pole (mancata) e la partenza a razzo (pure fallita), assolutamente non in linea con quanto avvenuto sino ad ora, dato che questa, caso mai, è stata sino ad ora una scelta Ferrari e non McLaren.

Ecco allora che effettivamente la situazione tanto paventata si è avverata, le Rosse a ritornare padrone del campo, Raikkonen a ricordarsi di essere un campione indiscusso, Massa a guidare veloce e correttamente come un gregario di lusso.

Chi si fosse approcciato a questo Campionato mondiale dall’attuale Gran Premio di Francia avrebbe tratto probabilmente conclusioni simili a quelle suesposte.

Ma allora è possibile arrivare ad un ragionamento logico che giustifichi tutto ciò ?

Proviamo per gradi.

Anzitutto va rilevato che gran parte dell’apertura di stagione si è svolta al di là degli oceani e che gli appuntamenti europei sono stati veramente pochi, per cui non vi era materialmente tempo e situazioni favorevoli a grossi cambiamenti di assetto ( perché di questo si parla ) in nessun Team, e soprattutto in quelli in lotta per il titolo mondiale, sicuramente più conservativi degli altri dato il peso della posta in gioco.

Ferrari ha quindi avuto tempo e mezzi per approntare quei miglioramenti che ha permesso al suo Pilota di punta di vederci chiaramente dentro, a consegnare al Campione finlandese una vettura guidabile e veloce.

Si è tanto criticato quest’anno Kimi come se fosse diventato un driver qualsiasi, ma va detto che un cavallo di razza come lui ha bisogno di mezzi per esprimersi, così come fece Prost quando, sbattendo la porta in faccia a Maranello, disse: ”Sono stanco di guidare un camion…”

Inoltre va sottolineato come la limitazione di giri a 19.000 avesse favorito McLaren che, da tempi lontani (leggi “berillio”) ha sempre sofferto nelle motorizzazioni ad alto regime di rotazione, supplendo per altro con assetti che potevano compensare.

Ora ritengo che un ulteriore pacchetto motore sia invece indispensabile, dato che nel difficile circuito francese Ferrari ha dimostrato di essere in grado di saltare sui cordoli e di affrontare i percorsi misti a velocità sufficientemente competitive.

In Inghilterra, su un circuito amico, si reciterà il “redde rationem”, ovvero si vedranno realmente i valori in gioco, palesemente e senza sorprese di sorta.

Cordiali saluti a tutti.

Fabrizio Pasquali

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