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Tutto McLaren - L'angolo del Professor
2007

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GP del Canada 2007

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Come ogni competizione funestata da incidenti, nel nostro caso e per fortuna di tutti, senza gravi conseguenze per l’integrità fisica dei piloti, anche questo Gran Premio del Canada presenta un andamento ed un ordine d’arrivo che non rispecchiano i valori reali in pista.

Le prove quindi costituiscono un test tecnico assai più valido e, malgrado non sia mia abitudine soffermarmi sulle stesse, in questo caso preciso vanno esaminate con attenzione.

Queste infatti hanno evidenziato i notevoli progressi di McLaren grazie anche alla rettifica del Regolamento FIA che fissa un “cut off ” (limitatore di giri) a 19.000, situazione che favorisce in particolare il motore Mercedes, elastico, affidabile, ma certamente non una “scheggia” dai vertici di cambiata sfolgoranti.

Le vetture di Alonso e Hamilton inoltre possono fruire di quelle fantastiche sospensioni che resero celeberrima la scuola telaistica inglese fin dagli anni ’60, tanto da poter aggredire i cordoli con una certa irruenza senza che l’assetto e la guida vengano penalizzati più di tanto da tale situazione.

Abbiamo visto oggi come un Alonso particolarmente nervoso abbia commesso errori impensabili per un campione del mondo senza che tali escursioni fossero per altro di particolare danno per l’assetto della sua monoposto.

Tornando alle prove, va sottolineata la splendida performance del duo McLaren, mai fattivamente disturbati da Ferrari o da altri Team.

Raikkonen, che sostengo valere molto più di Massa, ha dimostrato, appunto in prova, il divario che separa oggi il Team di Maranello dall’Inglese di Ron Dennis & C.

In gara è successo di tutto e di più: l’entrata della safety car per ben quattro volte e per lunghi periodi, i nuovi regolamenti non sempre sufficientemente assimilati, complice anche una certa confusione nei Team e nei piloti, hanno contribuito a falsare notevolmente i valori in campo che si sono visti abbastanza raramente.

Del nervosismo di Alonso si è già detto, di una certa regolarità di Raikkonen pure; il fatto che Massa e Fisichella siano andati nel pallone non dovrebbe stupire più di tanto gli addetti ai lavori, come del resto il secondo posto di Heidfeld, vero marpione alla guida di una BMW come al solito assai potente, ed in generale tutto l’ordine d’arrivo sconvolto dagli incidenti in gara.

Quello che comunque rimane, a parte un tentativo di rimonta di Alonso alle prese con giri velocissimi, è la perfetta condotta di Hamilton, vero mattatore in prova ed in gara.

Assolutamente padrone del mezzo e dei nervi, non ha commesso la minima sbavatura: freddo e preciso ha condotto stilisticamente in modo impeccabile una splendida vettura ad una vittoria che sa di sincero trionfo: prendendo a prestito il titolo di un celeberrimo film made in USA possiamo affermare che veramente oggi “E’ nata una stella.”

Arrivederci ad Indianapolis,

Fabrizio Pasquali

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