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Tutto McLaren - L'angolo del Professor
2007

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GP di Spagna 2007

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Da alcuni anni a questa parte e, più precisamente da quando è risultato molto arduo superare durante lo svolgimento della gara, gran parte dell’interesse della stessa viene concentrato nella fase di partenza, tanto da far dire alla stampa specializzata che vincerà la gara colui che si presenterà in testa all’uscita della prima curva.

Un’osservazione così perentoria forse è minimalista in quanto durante i trecento e più chilometri percorsi molte cose possono accadere, ma, in linea di massima, contiene alcune verità.

Chi è in testa, infatti, può usufruire della migliore aerodinamica, affatto sporcata da rivoli di scarto che sicuramente si prende chi insegue, senza contare che la pista aperta avanti consente una miglior visione del tracciato ed in particolare un’impostazione soggettiva del percorso ideale da seguire ed un’aria più pulita per il propulsore.

Come tutti gli appassionati ben sanno, l’aerodinamica oggi è fondamentale, tanto che gli studi più accurati sono rivolti alla stessa e le fogge varianti e cangianti del mezzo sono frutto della camera del vento e delle sue implicanze.

Così accade che qualsiasi variazione della situazione idealmente studiata contribuisce a disturbare il pacchetto d’insieme a cui contribuiscono in modo importante pneumatici e motore, ma non sempre in modo così determinante come sulla carta potrebbe sembrare.

La cervellotica regola dell’uso in una stessa gara di mescole dure e tenere dimostra come i rendimenti non sono affatto prevedibili e questo accade per la stessa vettura: su di essa infatti sono applicate regolazioni tali da cambiare gli assetti secondo le caratteristiche di guida del pilota e la stessa strategia di gara.

Se poche decine di chilogrammi di carburante sono in grado di modificare sensibilmente i tempi sul giro, significa che il motore, che verosimilmente non avverte certamente questa irrilevante variazione di peso, al contrario di quanto avveniva in passato riveste un ruolo abbastanza secondario, mentre la citata aerodinamica diventa l’assoluta padrona della gara.

Premesso ciò, si comprende quanto sia stato determinante per la prestazione odierna l’errore tattico di Alonso che in partenza si è accodato a Massa per tentare il sorpasso sull’esterno, mentre più logica sarebbe stata la traiettoria interna ancora possibile dopo la partenza stessa.

Il pilota brasiliano ha avuto in tal modo pista libera per tutta la competizione e quel po’ di superiorità che Ferrari ha ancora su McLaren in fatto di giri ha contribuito a fare l’ulteriore differenza.

Raikkonen invece sta pagando la scarsa propensione alla fase di collaudo degli assetti e di colloquio costante con i tecnici.

Pilota sicuramente superiore a Massa, manca per altro della pazienza e predisposizione a fare della sua vettura un gioiello indossabile solo dalla sua persona: peccato per lui e per i risultati che spesso non ottiene.

Detta l’unica nota importante per Alonso, va confermata la stima nei confronti di Hamilton che si dimostra un passista tale da aspirare alla fama, tanto da ricordarmi il miglior Prost: speriamo che si confermi e che il propulsore Mercedes non si limiti agli attuali 18.000 giri che, con il tormento degli attuali circuiti, sono pochini per una scattante ripresa.

Cordiali saluti a tutti,

Fabrizio Pasquali

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