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Tutto McLaren - L'angolo del Professor
2004

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GP del Brasile 2004

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Sull’ormai classico circuito di Interlagos si è svolto l’ultimo atto della Stagione agonistica 2004 e, meglio che altrove nell’anno, vi è stata battaglia vera e gara avvincente.

Alla fine ha prevalso Montoya su una Williams che, col suo coraggioso ritorno a forme più consuete, ha ritrovato quella competitività che nello scorso anno aveva dimostrato, specie sui circuiti veloci, grazie anche allo stupendo motore BMW che finalmente è stato in grado di scaricare a terra buona parte della sua potenza.

Ottima la seconda piazza di Raikkonen, vero protagonista della gara, sempre veloce e preciso nella sua guida fluida che ricorda, col passare del tempo, l’indimenticabile Hakkinen.

McLaren decisamente a posto con prestazioni finalmente vincenti anche se forse manca una punta nei giri da poter fare la differenza: ho l’impressione che il motore non abbia quella libertà “in alto” da consentire al pilota di “sforare” in momenti particolari, come ad esempio la ripresa dopo la staccata per effettuare sorpassi oltre il limite.

In questa direzione si potrebbe pensare a Renault che, pur rinunciando ad una manciata di cavalli, dimostra una ripresa fulminante e soprattutto un “canto” da oltre 19.000 giri.

D’altra parte, rispetto al motore frenato o parzializzato dell’inizio stagione, va già bene la situazione odierna, ma con l’impegno di lavorare per i giri durante la stagione invernale.

BAR e Renault escono dignitosamente ridimensionate dopo una stagione veramente di crescita, ma l’accoppiata Williams-McLaren in questo momento sembra riportarci alle stupende lotte degli anni ’90.

Ferrari in declino? Non mi pare si possa dire alla luce di un solo Gran Premio: direi piuttosto che Schumacher si è dimostrato distratto e demotivato, mentre Barrichello fa quello che può anche di fronte al suo pubblico.

Le seconde guide dei Team più prestigiosi sono rimasti in una posizione ibrida, con la opaca prestazione di Coulthard vera ombra di quel pilota veloce e brillante che avevamo ammirato ai tempi di Hakkinen: credo faticherà a trovare un volante per la prossima stagione, salvo la solita manfrina delle sponsorizzazioni.

In merito alle novità previste, per altro ancora da confermare nei dettagli, mi piace l’idea di un solo motore per due gare, ma soprattutto il divieto di cambiare gli pneumatici come avviene nell’attuale situazione regolamentare: se si arrivasse a tale risultato anche con il carburante si avrebbe finalmente l’immagine di una vera gara non falsata dalla sempre discutibile danza dei pit stop e delle strategie spesso cervellotiche.

Non mi piace invece la riduzione a 2.400 cc., ma soprattutto la regola fissa di un motore ad otto cilindri, con una “V” obbligata da Regolamento.

Come detto più volte, anche in questa sede, la Formula Uno deve rimanere la massima espressione dell’ingegno motoristico ove di veramente obbligato rimangono solo le ruote scoperte e ciò per tradizione.

Tutto il pacchetto di regole, spesso contrastanti con l’ingegneria pura quando non col buon senso e la pratica costruttiva, mi pare in questi ultimi anni abbia preso una tendenza antisportiva prestandosi fra l’altro ad interpretazioni talvolta faziose e comunque cavillose che vanno sicuramente ad alimentare polemiche contrarie al più genuino spirito sportivo.

Se proprio vogliamo limitare le prestazioni, mettiamo un tetto alla superficie areale degli stantuffi lasciando libera la mente progettuale di inventarsi geometrie e frazionamenti, numero di valvole e via così a piacere: al massimo si può aggiungere il divieto della turbocompressione.

Attendo come sempre le Vostre opinioni sul Forum che leggo con costanza, ove ho modo di apprezzare le Vostre idee su questo magnifico sport dei motori.

Cordiali saluti, come sempre con tutta la mia simpatia,

Fabrizio Pasquali

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“ Quei temerari a ruote scoperte “ - ( Formula Uno in pillole )