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Tutto McLaren - L'angolo del Professor
2004

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GP d'Ungheria 2004

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Così, anche il G.P. d’Ungheria, classico appuntamento ferragostano, è passato nel suo noioso svolgimento senza dire nulla di nuovo, né di promettente, lasciando intendere che l’attuale stagione agonistica confermerà i valori già espressi che si ribadiranno nei prossimi appuntamenti.

Onore e merito di Ferrari che ha saputo mettere a punto una vettura perfettamente guidabile ed affidabile, così precisa che perfino Barrichello potrà aspirare al secondo posto nella Classifica mondiale Piloti.

La domanda da porsi ora non può che essere la seguente:”E’ mai possibile che tale divario tecnologico si mantenga inalterato per anni malgrado gli sforzi di Team internazionali di prestigio ed esperienza incapaci di realizzare progetti appena concorrenziali?

La risposta è altrettanto scontata: la sofisticazione derivante da un regolamento pignolo, quanto facile ad aggirarsi, ha portato alla costruzione di “mostri” di quasi 1000 Hp. che non riescono a scaricare a terra potenza se non in casi particolari.

Come diceva Regazzoni e ribadiva Ramirez, è assurdo che si carichi una vettura leggerissima di zavorra e che soli 10 Kg. di carburante penalizzino di alcuni preziosi decimi di secondo a giro.

Come a dire che si cammina sulle uova, basta un niente in più o meno per fare la frittata.

Ma tutto ciò è ancora automobilismo?

Senza riproporre la tesi che una vettura da gara nasce per studiare ed affinare i meccanismi che potranno essere sfruttati anche per le vetture commerciali, rimane il fatto che l’attuale F.1 sposa addirittura una tesi contraria.

Cosa costruiamo vetture leggere per poi zavorrarle?

Perché usiamo ruote relativamente sottili e cambiamo pneumatici ogni 70/80 km?

Che senso ha progettare delle vetture lente in curva, ma capaci di mostruose accelerazioni positive e negative?

Nel passato chi incappava in un testa coda veniva considerato un “pinguino” da sfottere per la residua carriera: oggi tale inconveniente si presenta regolarmente ad ogni gara o prova che sia!

Capiamo così che il perfezionismo, ammesso che di questo di tratti, è divenuto simile al puntamento di un vettore celeste: basta variare di un niente l’angolazione, il tempo, la potenza e quant’altro si voglia aggiungere, il razzo non arriverà a destinazione sperdendosi nello spazio.

Altro che capacità del pilota; nell’attuale situazione il mezzo copre quasi il 100% delle possibilità, mi pare evidente.

Quindi è inutile parlare di trasferimenti di questo o quello da Team a Team, di step di avanzamento o piccolezze del genere: la Formula Uno attuale è totalmente da riformulare.

Non si tratta naturalmente di ritornare al passato, mentre è invece necessario tener conto della vettura che deve essere un’automobile, sia pure a ruote scoperte e monoposto, ma che abbia i fondamentali requisiti di tale vettore terrestre, costruito per andare su strade asfaltate con la massima velocità in rettilineo ed in curva e con attenzione particolare rivolta alla sicurezza del pilota e di quanti operano in questo sport.

Ritornando al Gran Premio odierno, mi pare che abbia segnato un ulteriore passo indietro di tutti i Team dato che si beccavano regolarmente un secondo al giro dalle Rosse, e…..basti così.

Cordialissimi saluti a tutti, dal Vostro

Fabrizio Pasquali

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“ Quei temerari a ruote scoperte “ - ( Formula Uno in pillole )