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Tutto McLaren - L'angolo del Professor
2014

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GP di Singapore 2014

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Abitata sin dal XIV secolo, Singapore è oggi una Città Stato ad altissima densità abitativa, seconda solo a Monaco Montecarlo, ma dalla concentrazione di capitali immensa nel suo cosmopolitismo totale.

Le costruzioni all'apice dell'architettura più avveniristicamente tecnocologica sono impressionanti per la loro arditezza, le luci policrome, i disegni sullo sfondo marino che le circonda.

Mai teatro fu quindi meno adatto per ospitare una gara di F.1 ( si confrontino i circuiti di Spa o Monza per capire ) e certamente queste strade urbane, in qualche modo raccordate con muretti e guardrail , sembrano più adatte per portare gente all' ufficio piuttosto che ad un autodromo: ma questo è il mondo d'oggi e va bene così.

Naturalmente in questi scenari si riscoprono quelli che non hanno nulla da perdere, meglio se audaci e bravini e quindi tutti i team di seconda fascia alla rincorsa di una potenziale vittoria.

L'impresa si mette bene per loro grazie al solito masochismo elettronico in casa Mercedes ove Rosberg viene penalizzato da un volante di legno cambiato con insuccesso da un altro magari finto: gara finita prima del via.

Hamilton ha quindi vita facilissima, sta attento meticolosamente ad evitare rischio alcuno, tanta è la sua superiorità tecnologica e vince alla grande malgrado una safety car che non voleva più uscire.

A tale proposito, fra tanta tecnologia, è balzata agli occhi l'eccezionale dotazione dei commissari di percorso forniti delle sole mani e di gambe veloci per raccattare pezzi di vetture qui e là sbriciolati: quando si dice “con i potenti mezzi...”

Alonso ha fatto l'impossibile per dimostrare a Marchionne che lui non ha alcuna colpa ( ed è assolutamente vero ), come Vettel e Ricciardo si sono dannati l'anima per stargli davanti: detto questo non vi è nulla da aggiungere di tecnicamente od agonisticamente rilevante a questo soporifero appuntamento.

Continuo con il racconto …...

“...La Rossa però crede troppo nella superiorità del suo mezzo e viene letteralmente annichilita nel ’62, quando le inglesi, grazie all’otto cilindri a V di Climax ( che viaggiava alla bellezza di 10.000 giri ) non solo dimostrano di aver colmato il gap dell’anno precedente, ma addirittura relegano Maranello a Team di seconda fascia, dopo BRM, Lotus, Cooper, Lola : solo quinta a pari punti con Porsche.

Anno di grandi sfide fra campioni scozzesi : il geniale J.Clark ed il regolarissimo G.Hill, spietato nella sua impeccabile guida tecnicamente irreprensibile.

Importante l’evoluzione introdotta nella Lotus e caratterizzata dalla posizione di guida praticamente sdraiata del pilota, anticipatrice di quell’assetto poi seguito da tutta la F.1; ma altrettanto fondamentale è l’uso del telaio monoscocca, pure antesignano di una tendenza adottata poi da tutti i costruttori.

Grande il duello di piloti: Clark vincitore fisso se la macchina tiene, G.Hill implacabile alternativa capace di sfruttare al meglio la maggior affidabilità della sua BRM ( famosa per gli scarichi “a canne d’organo” ).

Alla fine sarà quest’ultimo a prevalere, malgrado il diabolico regolamento che prevede lo scarto di punti accumulabili nelle due fasi del Campionato.

Ma lo “Scozzese volante” ( Clark ) si rifarà con gli interessi nel’63 quando sembra veramente correre lui da solo con la grande Lotus: sette vittorie su dieci G.P.

Ferrari, tutta rifatta ( “Aero” per la forma del telaio ) coglie un unico successo al Nűrburgring con Surtees che, affiancato da Bandini e Scarfiotti, cercherà di ben figurare malgrado lo strapotere britannico di Lotus , BRM e Brabham.

Per G.Hill la consolazione di bissare Monaco e dimostrare che in quel circuito sarà lui il dominatore assoluto di tutti i tempi........ " ( continua )

Cordialissimi saluti, da Fabrizio Pasquali

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