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Tutto McLaren - L'angolo del Professor
2012

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GP di Spagna 2012

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Splendido modo di festeggiare il ritorno in Europa del Circus, grazie ad un altro fantastico ritorno, questa volta alla vittoria: Williams, a digiuno dal 2004 (con Montoya), è salito sul primo gradino del podio in una prova mondiale, grazie ancora ad un sudamericano, il giovane Maldonado, figlio di quel Paese ( Venezuela ) che sta facendo passi da gigante per la cultura e non solo.

La vittoria è tanto importante quanto meritata, di fronte a campioni del mondo in difficoltà, con vetture a prestazioni altalenanti e previsioni a farfalle.

Oggi potrebbero vincere il titolo mondiale, in quanto al potenziale sin qui messo in mostra, addirittura cinque team ( McLaren, Red Bull, Ferrari, Williams, Lotus ) con Mercedes e Sauber outsider di lusso per vittorie parziali o podi importanti.

Ripassando a memoria la storia della Formula Uno, non vedo alcun anno così movimentato e tanto equilibrato.

Volendo analizzare, o tentare di farlo, ipotesi di natura tecnica, non credo come non si possa non ripiombare sulla tipologia ed importanza degli pneumatici: quando un treno di gomme percorre nemmeno ottanta chilometri, vale a dire meno di venti minuti di gara, determinando gap per giro anche superiori al secondo, si può capire come tutta la tecnologia di questo mondo venga messa in discussione da una mescola o dall’altra.

Un degrado così rapido impone un’infinità di variabili in funzione dell’asfalto, del carico aerodinamico, della forma del circuito, dello stesso stile di guida e via così.

Pure la storica velocità di punta può divenire un coefficiente neppure primario rispetto alle condizioni degli pneumatici: il fatto inoltre di dover cambiare tipo degli stessi obbligatoriamente nella medesima gara, immette ancora un coefficiente di incertezza supplementare.

D’altra parte le potenze dei motori, il regime dei giri, la geometria degli stessi e perfino le Case fornitrici sono elementi standardizzati, per cui tutto si gioca sulla telaistica e sull’influsso che questa esercita sull’aerodinamica e viceversa.

Il cambio ( durante la gara ) del musetto su entrambe le Red Bull la dice lunga sui problemi da affrontare oggi.

Naturalmente lo spettacolo se ne avvantaggia come sempre in un equilibrio di valori e la rotazione delle “ballerine” sul podio dei vincitori è in qualche modo assicurata.

Peccato che nessuna di queste ( ormai da molti anni per altro ) non parli italiano.

Tutti a Montecarlo, Fabrizio Pasquali

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“ Quei temerari a ruote scoperte “ - ( Formula Uno in pillole )