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Biografie

di Mattia Albera

Oggi morì Ayrton Senna

John Surtees

Pilota non Ufficiale

Campione del Mondo 1964

Nato a Tatsfield (Gran Bretagna) l’11 febbraio 1934

Norman John Surtees è entrato nella Storia delle discipline motoristiche per aver trionfato prima sulle due poi sulle quattro ruote. Figlio di un corridore motociclistico dilettante, John Surtees inizia a gareggiare con le moto nel 1949 all’età di 15 anni con l’azienda Nortons, per poi passare alle Case motoristiche Vincents, Nortons, REGs e NSUs. Nel 1950 acquista una Jowett Jupiter, la sua prima automobile. John Surtees conquista il primo Titolo Mondiale Piloti nella Categoria 250 cc nel 1955.

Primavera del 1956, circuito del Nürburgring. Sul tracciato sud, nella configurazione corta, si stavano effettuando le prove per il Gran Premio di Germania di motociclismo. La Squadra italiana della MV-Agusta è presente, ma in formazione rappezzata, perché poche settimane prima, sul circuito di Imola, aveva perduto il suo asso Ray Amm. Nella Classe 500 c’era una BMW ufficiale, una moto molto potente ma difficilissima da guidare, per via soprattutto delle variazioni di assetto che le venivano impresse dalla coppia del motore ad albero longitudinale. Pilota di quella BMW era Walter Zeller, un omone alto e grosso che riusciva a controllare di forza il suo «mostro». Nelle prove, però, qualcuno vedeva passare la BMW guidata da un pilota che non era certo Zeller, un pilota più basso e minuto, che non aveva poi il casco bianco candido del tedesco. E quel pilota sconosciuto faceva chiudere gli occhi all’osservatore, perché «buttava» la BMW in una maniera che soltanto un puro incosciente, o un purissimo grande Campione, avrebbe potuto fare. L’impressione è tanto viva che ne viene riferito a Nello Pagani, Direttore sportivo della MV-Agusta, che stava appunto cercando chi poteva sostituire Amm. E la sera, nel vecchio bar del Nürburgring, ora trasformato, un anziano pilota inglese che correva con la MV-Agusta, John Webster, ascoltando il racconto, disse di sapere chi era quel fenomeno, che era davvero un Campione e non un matto. Disse che si chiamava John Surtees e che era quello che qualche mese prima in Inghilterra, con una Norton monocilindrica, aveva ripetutamente battuto Geoff Duke, il magnifico stilista superasso della Gilera. È bastato perché Pagani invitasse il giovanotto, che era seduto poco lontano attorniato da mamma e papà, a scendere a Monza, per provare la MV-Agusta quattro cilindri. Ricordiamo quella scena, con il giovane John Surtees, già coi capelli un poco radi ma ancora neri, gli occhi che luccicavano, ammiccare felice e dire di sì, sempre di sì. Successivamente, il pilota inglese passa alla Casa italiana Agusta, con la quale vinse sette Titoli Mondiali tra il 1956 e il 1960: quattro affermazioni nella classe 500 cc (1956, 1958, 1959, 1960) e tre successi nella categoria 350 cc (dal 1958 al 1960).

Iniziava così la grande Carriera di uno dei più forti corridori in moto che siano mai esistiti, la sua ascesa costante, la fama. E da quel punto si può dire che sia iniziata anche la Carriera sportiva di John Surtees pilota di automobili, perché senza quella prova con la BMW, egli sarebbe rimasto uno dei tanti buoni motociclisti che l’Inghilterra ha sfornato a getto continuo ma che dovevano rassegnarsi a carriere mediocri per mancanza di mezzi. Le monoposto vincenti erano italiane, e di posti nelle Squadre ufficiali ce n’erano pochi…La fama ed anche il caso. A fine anno si fanno banchetti e premiazioni ufficiali, e ad una di queste cerimonie sono riuniti Mike Hawthorn, che è appena diventato Campione del Mondo con la Ferrari, il costruttore Tony Vanderwell e John Surtees che aveva già aggiunto alla sua catena di glorie il quarto Campionato Mondiale su due ruote. Viene una proposta che Surtees accoglie, considerandola soltanto divertente: quella di provare una macchina da corsa a quattro ruote. La prova si farà qualche mese dopo, e la macchina è quella che Moss e Brooks avevano portato alla vittoria. C’è interesse ma è seguito da stupore, perché il motociclista rivela una capacità di adattamento che pochi supponevano. Dopo qualche giorno Surtees avvicina il tempo-primato che questa macchina aveva ottenuto a Goodwood, ma quel che è importante e colpisce gli esperti è che lui va alla ricerca delle possibilità di sfruttare il mezzo e la pista, tentando la via di traiettorie differenti, fino a individuare quelle buone. Sarà soltanto più tardi, qualche altro mese dopo, che Surtees si avvicinerà alle auto con intenzioni “serie”.

È una specie di prova di selezione che è fatta dalla Aston Martin, e John vi si presenta in compagnia di Hartle, suo fedele compagno e amico. I risultati sono eccellenti, e riescono a stupire un uomo di grande esperienza come Reg Parnell, capo della Squadra: Surtees va vicinissimo ai primati di Stirling Moss e Roy Salvadori con la stessa macchina. È una rivelazione, ma non avrà seguito, perché Surtees esita, anche in funzione dei contratti con la MV-Agusta.

Nella primavera del 1960 avviene la trasformazione: Surtees viene avvicinato da un uomo che ha avuto parte importante nella Carriera di grandi Campioni. È Ken Tyrrell, che alle sue attività di commerciante di legnami aggiunge il divertimento di una scuderia da corsa. Tyrrell gli affida una Cooper-BMC della Formula Junior, precursione della Formula 3, e Surtees si comporta così bene che la Lotus di proprietà di Colin Chapman si interessa a lui, tanto che poco dopo gli affida una macchina ufficiale per il Gran Premio di Monaco. È il definitivo ingresso tra i grandi del Campionato del Mondo di Formula 1, pur se gli impegni con la MV gli impediscono di essere assiduo alle corse. A Monaco si ritirerà, come le altre Lotus, ma alla gara successiva, il Gran Premio di Gran Bretagna a Silverstone, è secondo dietro all’australiano Jack Brabham. Resta ancora fuori per altre corse e riappare in Portogallo, ottenendo il miglior tempo in prova sul circuito di Oporto (in gara si ritira per la rottura del radiatore) e partecipa infine all’ultima prova del Campionato negli Stati Uniti, sul circuito californiano di Riverside, dove si ritira ancora, a seguito di un incidente. A Silverstone, per rimpiazzare Alan Stacey vittima di un incidente mortale a Spa-Francorchamps, la Lotus aveva fatto correre insieme con Ireland e Surtees anche un giovane scozzese che prometteva molto, tale allo scozzese Jim Clark. Ed alla fine dell’anno, al momento di tirare le somme, era evidente che la coabitazione tra Surtees e Clark era impossibile.

È John Surtees a lasciare la Squadra, per passare alla Scuderia Yeoman Credit, che era dotata di vetture Cooper-Climax T53. Arriva la Stagione 1961, l’anno del dominio delle Ferrari con il tedesco Wolfgang Von Trips e l’americano Phil Hill, ed anche Giancarlo Baghetti che vinceva il Gran Premio di Francia a Reims. Per Surtees le possibilità di risultato non sono molte, ma chi lo segue si accorge del suo enorme potenziale, e lo segnala alla Ferrari, che a fine anno (dopo la tragica morte di Von Trips) si interessa a lui, tramite la Shell. Surtees però rifiuta, anche se non è esatto dire che lo fa sdegnosamente. Il fatto è che nel frattempo aveva preso accordi con un giovane progetti sta che stava costruendo una macchina nuova e molto originale, che chiamerà Lola, pare in ricordo di una donna amata. È l’unico a trarre dalla Lola qualche risultato di valore, ed al Gran Premio di Francia domina la prima parte della corsa, facendosi poi ammirare in Germania, sul Nürburgring, dove termina secondo dietro al londinese Graham Hill. Ferrari, sempre attraverso la Shell, continua ad interessarsi a lui. Alla fine dell’anno, in America, la Lola ha ancora dei cedimenti, come era avvenuto in altre corse. È l’occasione, per Surtees, di decidersi ad abbandonarla, rompendo il contratto biennale.

Arriva dunque l’anno 1963. John Surtees torna in Italia, stavolta a Maranello. Qui è molto popolare ed è facile per lui l’inserimento. La prima Stagione non sarà tanto felice, perché le macchine sono buone ma si verificano molti cedimenti. C’è però la grande vittoria sul Nürburgring, il suo primo successo in Formula 1, a catalogarlo definitivamente tra i grandi piloti. Enzo Ferrari apprezzava “la tecnica, la passione e la serietà: studiava ogni metro della pista, meticoloso, e non era mai contento della macchina perché sapeva che in meccanica c’è sempre qualche cosa di più da scoprire”. Caratteristica di John Surtees pilota era la predilezione per i volanti ricoperti in pelle verde e cura e pulizia per la vettura: non avrebbe mai preso il via su una vettura che portasse, anche solo sulla carrozzeria, i segni di un incidente.

Nel 1964 la Ferrari schiera la nuova Tipo 158 a motore V8 aspirato: Surtees con due vittorie (al Nürburgring e a Monza) arriva a giocarsi il Titolo Mondiale in lotta con Jim Clark (Lotus-Climax) e Graham Hill (BRM). John si laurea Campione del Mondo, approfittando anche della collaborazione del compagno di Squadra Lorenzo Bandini nell’ultimo Gran Premio, in Messico, dove Surtees giunge al traguardo in seconda posizione dietro al pilota californiano Dan Gurney. È il sospirato Titolo Mondiale, anche se durante l’anno i rapporti tra lui e la squadra, specie il Direttore sportivo Eugenio Dragoni, diventati difficili, tesi. Surtees comincia infatti ad avere ambizioni di costruttore, almeno per macchine sport, ed alla Ferrari non piace molto che egli può trasferire su altre vetture le esperienze fatte a Maranello. I rapporti tuttavia continuano.

L’anno seguente è negativo per la Scuderia Ferrari, ma la Stagione 1966, con la nuova 312 di 3 litri, sarebbe stata quella sicura per un secondo Titolo Mondiale. Surtees, invece, dopo due soli Gran Premi con una vittoria al Gran Premio del Belgio, nel diluvio di Spa-Francorchamps, lascia la Squadra per screzi interni con il Direttore Sportivo Eugenio Dragoni. Surtees venne accusato da Dragoni di aver passato alcuni importanti progetti di marchio Ferrari alle Squadre inglesi e fa in modo di allontanare il pilota inglese dalla Squadra. Surtees lascia la Squadra, dove viene sostituito da Mike Parkes ed anche da Ludovico Scarfiotti. È stato probabilmente un grande errore da parte dei due contraenti, ognuno dei quali ha perduto molte possibilità di ulteriori successi. Surtees, quasi a sfida, passa alla Cooper che utilizza i motori della Maserati, antica e tradizionale rivale della Ferrari. Vince l’ultimo Gran Premio della Stagione in Messico a Mexico City. Il suo orgoglio, la sua voglia di vendetta sono appagate. Si aggiudica, inoltre, la serie americana Can-Am al volante della monoposto Lola.

Il momento più difficile arriva con il Team Honda, nel 1967. Surtees è prezioso per i tecnici a capo dell’ingegner Yoshio Nakamura, che ora è diventato uno dei massimi dirigenti della marca di Tokyo. Lo sviluppo della Honda ha appassionato il pilota e sono venuti anche risultati di rilievo, con la definitiva «vendetta» nel Gran Premio d’Italia a Monza in una giornata particolare, dopo un’esitazione del mossiere che ha provocato danni irreparabili alla Ferrari del neozelandese Chris Amon, ed anche danni ad una gomma della Lotus di Jim Clark, il quale era stato costretto ad un incredibile inseguimento. Surtees continua con la Scuderia Honda l’anno successivo, facendo da tramite tecnico tra la Squadra ed il progetti sta della Lola, che da il contributo alla messa a punto del telaio della macchina giapponese. Al punto che la versione 1968 di questa vettura viene definita «Hondola». La vettura, dotata di un motore Honda RA302 raffreddato ad aria, si rivela un disastro.

Ma ormai le sue ambizioni si precisano. Mette in cantiere una propria monoposto, seguendo l’esempio di Jack Brabham e di Bruce McLaren. Ha le sue idee tecniche, spesso abbastanza originali, e poiché è cocciuto non riesce sempre ad essere soddisfatto di dover lavorare con altri che non le condividono. In attesa che la sua vettura sia pronta, nella nuova officina di Edenbridge che ha ampliato, acquista una monoposto del Team McLaren, con la quale partecipa alle prime quattro corse della Stagione 1970.

Nel 1969, Surtees tenta un accordo con il Team BRM ma i risultati sono scarsi. Una Stagione deprimente, che rafforza in John la convinzione che «chi fa da sé fa per tre». Eccolo dunque, dal 18 luglio 1970, Gran Premio di Gran Bretagna a Brands Hatch, al volante della Surtees, la «sua» monoposto. Nel frattempo, il pilota inglese fa assemblare ottime macchine della Formula 5000, con vendite dei telai soddisfacenti. In Formula 1 i risultati non sono subito eccelsi, come era prevedibile. Riesce a finire al quinto posto in Canada, ma più spesso deve ritirarsi.

L’avvio del Surtees costruttore è laborioso. Assorbito sempre più dagli impegni di capo Squadra, corre ancora perché è necessario, ed ottiene anche qualche risultato, perché accanto alla Formula 1 egli costruisce anche le Formula 2, oltre che le Formula 5000. Vince tre corse della Formula 2, e porta avanti con parecchie difficoltà finanziarie la Scuderia.

Alla fine del 1972 la decisione definitiva: appende il casco al chiodo, si ritira dalle piste. Caparbio, ostinato, incontra molte difficoltà, ma prosegue nel suo percorso. Il suo carattere chiuso e scontroso, anche diffidente, impedisce che nella Squadra si stabilisca un clima disteso, e tra il suo personale vi sono molti avvicendamenti. Come ve ne sono nella sua vita privata. A momenti di entusiasmo, determinati dall’ascesa delle macchine verso posizioni alte, succedono momenti di sconforto. Gli sponsor lo abbandonano alla fine della Stagione 1978 e poco dopo l’ex Campione del Mondo soffre anche di problemi di salute; i postumi dell’incidente a Mosport gli causano ancora fastidi. Decide allora di chiudere i battenti della sua Squadra.

John Surtees prende residenza vicino alla famiglia della sorella acquistando una casa di campagna nel Kent, in Inghilterra. Nel 1996, Surtees è stato incluso nell’International Motorsports Hall of Fame. Oggi il pilota inglese partecipa a manifestazioni storiche al volante di vecchie monoposto di Formula 1 sui circuiti di Brands Hatch, Silvestone e Goodword. È presidente della Squadra britannica che partecipa al Campionato A1 Grand Prix e vicepresidente del “British Racing Drivers’ Club”.

Se si osservano i risultati globali della Carriera sportiva di John Surtees in Formula 1, si possono notare un gran numero di piazzamenti e un piccolo numero di vittorie. È stato il suo limite e la sua forza: uno dei piloti più regolari della Storia della Formula 1, con pochi guizzi vincenti.

LA CARRIERA IN FORMULA 1

Debutto: Gran Premio di Monaco 1960 (Montecarlo) su Lotus-Climax 18

Ultima gara: Gran Premio d’Italia 1972 (Monza) su Surtees-Ford TS14

Titoli iridati: 1 (1964)

 
GP disputati  111 Stagioni  13
Pole Position  8 Giri Più Veloci  11
Punti  180    

Piazzamenti a punti

 6   10   8   5   8   3       

CAMPIONATO DEL MONDO DI F.1

Anno

Team GP PP GPV Vittorie Posizione finale

Punti

 1960 

 Lotus-Climax 18  4  1  1  

 12° 

 6 

 1961 

 Cooper-Climax T53  8      

 12° 

 4 

 1962 

 Lola-Climax Mk4  9  1    

 4° 

 19 

 1963 

 Ferrari-Dino 156  10  1  3  1

 4° 

 22 

 1964 

 Ferrari 158  10  2  2  2

 1° 

 40 

 1965 

 Ferrari 158/1512  8      

 5° 

 17 

 1966 

 Cooper-Maserati T81        

  

  

  

 Ferrari 312  9  2  3  2

 2° 

 28 

 1967 

 Honda RA273/RA300  9      1

 4° 

 20 

 1968 

 Honda RA300/RA301  12  1  1  

 8° 

 12 

 1969 

 BRM P138/P139  9      

 11° 

 6 

 1970 

 Surtees-Ford TS7        

  

  

  

 McLaren-Ford M7C  11    1  

 18° 

 3 

 1971 

 Surtees-Ford TS9  11      

 19° 

 3 

 1972 

 Surtees-Ford TS14  1      

  

  

* Fuori dalla parentesi i punti ritenuti validi ai fini iridati

 

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