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Biografie

di Mattia Albera

Oggi morì Ayrton Senna

Jackie Oliver

Pilota Ufficiale

Nato a Chadwell Heath (Gran Bretagna) il 14 agosto 1942

Keith Jack Oliver, meglio conosciuto con il nome di Jackie, nacque a Chadwell Hearth (Inghilterra) il 14 agosto 1942. Il giovane Jack inizia la scalata dell’Automobilismo nella prima metà degli anni Sessanta, partecipando a gare saloon alla guida di una Mini Cooper. In seguito, prende parte alle Categorie GT al volante diverse monoposto (Marcos, Lotus, Ford Mustang) a partire dal 1961. Nel 1964 guida una Lotus-Elan, poi una Jaguar. Il pilota inglese partecipa al Campionato britannico di Formula 3 nel 1966 acquistando una Brabham. L’anno seguente lo troviamo nel Campionato Europeo di Formula 2 al volante della formidabile Lotus-Ford Cosworth 48. Proprio in questo periodo, grazie alle sue formidabili prestazioni, Oliver si mette in luce attirando l’attenzione dei manager di Formula 1.

Jack Oliver debutta in Formula 1 al Gran Premio di Germania 1967, disputato sul circuito del Nürbugring, al volante di una Lotus-Ford Cosworth 48 di Formula 2. Dopo una buona Qualifica (16° posto in Griglia di Partenza), in corsa Oliver termina la gara in quinta posizione. Questi due punti del quinto posto non gli vengono però assegnati poiché le vetture di Formula 2 non avevano diritto all’assegnazione dei punti in quanto monoposto di cilindrata inferiore.

Il 7 aprile 1968 Oliver è testimone nel Gran Premio di Germania di Formula 2, sul veloce e insidioso circuito di Hockenheim, del terribile incidente in cui perde la vita in gara il leggendario Jim Clark, due volte Campione del Mondo di Formula 1 nel 1963 e 1965. Colin Chapman e l’intero Team Lotus sono sconvolti da questa tragedia. Proprio Jack Oliver viene chiamato in Squadra da Chapman per sostituire in veste di pilota ufficiale il pilota scozzese scomparso.

Oliver torna ufficialmente in Formula 1 nella terza Prova Stagionale, sul circuito cittadino di Montecarlo, al volante di una Lotus-Ford 49B con la nuova sponsorizzazione bianco-rosso-oro della Multinazionale del Tabacco inglese “Gold Leaf”. Qualche settimana dopo, sul lungo e impegnativo circuito di Spa-Francorchamps in Belgio, Oliver termina la gara al quinto posto (in zona punti) dopo aver subito un terribile incidente in Prova.

Durante la Stagione di Formula 1 1968, il pilota inglese attacca a lungo la leadership in Squadra del pilota londinese Graham Hill senza successo. Oliver è protagonista di due incidenti in gara a Montecarlo e a Rouen-Les-Essarts creando una situazione di malcontento all’interno della Squadra. I suoi rapporti con Colin Chapman si fanno molto delicati. Oliver si rende protagonista di una buona prestazione sul circuito inglese di Brands Hatch: dopo essersi qualificato in seconda posizione, assume il comando della gara al ritiro per guasti meccanici del compagno di squadra Hill ma viene costretto alla resa per il cedimento del semiasse. Oliver termina la Stagione con un terzo posto al Gran Premio del Messico a Mexico City dietro al compagno di Squadra Graham Hill, laureatosi proprio in quella gara Campione del Mondo per la seconda volta. Nonostante quest’ultimo incoraggiante risultato, Oliver è costretto a lasciare il Team Lotus e il suo posto di seconda guida in favore del pilota austriaco Jochen Rindt.

Jack Oliver si unisce nel biennio 1969/70 alla Squadra BRM. Questo accordo produce solamente due piazzamenti in zona punti nell’arco di due anni: un sesto posto in Messico (Mexico City) e un quinto posto in Austria (Österreichring). La monoposto BRM si dimostra completamente inaffidabile e il pilota inglese decide di lasciare la Squadra al termine della Stagione 1970. L’unico risultato di rilievo è un quinto posto finale nella “Race of Champions” edizione 1969.

In parallelo all’impegno in Formula 1, Oliver corre nel Campionato CanAm in Nord America e nelle gare endurance, ottenendo ottimi risultati e una solida reputazione. Nel 1969 Jack Oliver ottiene un importante successo nella 24 Ore di Le Mans al volante di una Gulf Ford GT40 di John Wyer in coppia con il pilota belga Jacky Ickx. Nello stesso anno, il pilota inglese si impone nella 12 Ore di Sebring in America. Nel 1971, in coppia con il pilota messicano Pedro Rodriguez, Oliver vince la 24 Ore di Daytona, la 24 Ore di Spa-Francorchamps e la 1000 chilometri di Monza alla guida del modello Porsche 917. Il pilota inglese partecipa all’impresa di battere il record di velocità su terra sul lungo rettilineo di Hunaudières sul tracciato Bugatti Le Mans, superando i 400 chilometri orari!

In Formula 1, Oliver acquista un modello McLaren-Ford M14A con il quale disputa tre gare in Gran Bretagna, Austria e Italia sotto le insegne del Team ufficiale McLaren. Nel Gran Premio d’Italia a Monza ottenne il miglior risultato alla guida della McLaren, terminando la gara al settimo posto. L’anno successivo, Oliver disputa una sola gara al volante di una BRM P160B privata in Gran Bretagna, senza successo.

Jack Oliver torna a tempo pieno in Formula 1 nella Stagione 1973 con la nuova Squadra Shadow. Il suo miglior risultato è un terzo posto nel Gran Premio del Canada a Monsport Park, una caotica gara disputata prima sull’asciutto, poi sul bagnato che fece impazzire tutti i cronometri ufficiali di gara. I box sono letteralmente assaliti dalle vetture costrette a cambiare gomme proprio a causa della pioggia che cade a intermittenza e con diversa intensità. Sotto l’acqua emerge la classe di Oliver che gli consente di centrare un buon risultato in una gara cupa e umida. Al termine della Stagione di Formula 1 1973 Jack Oliver decise di ritirarsi, ma rimase nell’ambiente del circus ancora per lungo tempo.

Oliver lavora per il Team Shadow in qualità di Team Manager e Direttore della Squadra. L’anno seguente, il pilota inglese partecipa alla Serie CanAm alla guida di un Chevrolet V8 dotata di un motore di produzione Shadow. Nel 1977 Oliver torna a vestire i panni di pilota e disputa al volante della stessa Shadow un paio di importanti avvenimenti: il trofeo “Race of Champions” e il Gran Premio di Svezia 1977 (Anderstop), l’ultima apparizione ufficiale di Oliver in Formula 1.

Nel 1978 i suoi rapporti con la dirigenza della Squadra si inclinano. Oliver lascia la Shadow per fondare una propria Squadra di Formula 1: la Arrows Grand Prix. L’Arrows nasce nel 1978 dopo una disputa con la Shadow, un’altra Scuderia dalla quale il nuovo Team deve difendersi in tribunale. Don Nichols (Direttore della Squadra Shadow) accusa Jack Oliver e i nuovi Dirigenti Arrows di sottrazioni di documenti di progettazione. Nell’Alta Corte Londinese, viene stabilito che Oliver ed i suoi amici avevano infranto il diritto d’autore di disegno della Shadow con le loro nuove monoposto. Diatribe legali a parte, il verdetto emesso dalla pista è assolutamente favorevole alla neonata Arrows. Alla sua seconda uscita, sull’impegnativo tracciato di Kyalami, la Squadra sfiora la vittoria e solo la rottura del motore costringe al ritiro il pilota padovano Riccardo Patrese nelle fasi finali di gara. In Svezia, Patrese coglie un brillante secondo posto, alle spalle della Brabham dotata di ventilatore posteriore del pilota austriaco Niki Lauda.

Come spesso accade in Formula 1 però, i Team emergenti non sanno approfittare del momento favorevole. Nel 1979, in piena era wing-car, Tony Southgate, invece di consolidare le posizioni acquisite, s’imbarca nel complesso progetto A2 che rigetta la Squadra nelle retrovie. Si tratta di una delle vetture più originali a effetto suolo di tutti i tempi, dotata di doppie file di minigonne su ambo i lati, fiancate larghe e squadrate, al limite del regolamento, e priva di alettoni tradizionali. Una conformazione aerodinamica che sbalordisce in galleria del vento, ma delude in pista, dove le Arrows A2 affidate a Patrese e Mass accusano una scarsa rigidità torsionale e il malfunzionamento delle bandelle mobili. Per ritrovare una monoposto competitiva bisogna attendere il Gran Premio degli USA West 1980, dove il più convenzionale modello A3, guidato da Patrese, si classifica al secondo posto.

Nel Gran Premio di San Marino 1981 Patrese ottiene un sorprendente secondo posto alle spalle del vincitore Piquet, dopo aver conseguito una sorprendente Pole Position nella gara di apertura della Stagione sul tracciato cittadino di Long Beach. Risultati che depongono a favore del Team di Oliver ma è evidente che le prestazioni della vettura, come quelle di tutte le altre monoposto motorizzate Ford-Cosworth aspirato, non possono migliorare in assenza di un motore sovralimentato che, nel caso del Team inglese, si materializza nella Stagione 1984, con l’arrivo del motore 4 cilindri in linea BMW destinato ai clienti. Nel periodo che intercorre dal 1984 al 1986 il Team si classifica tra l’ottava e la decima posizione nella graduatoria riservata alle Squadre costruttori, pur disponendo di piloti di indubbio valore del calibro di Marc Surer, Thierry Boutsen, Gerhard Berger e Christian Danner.

La situazione migliora decisamente nel biennio 1987/88 con l’arrivo in Squadra della formazione di piloti composta da Eddie Cheever e Derek Warwick e, in particolare, dell’esordio del modello A10, una delle migliori monoposto Arrows di tutti i tempi. Una vettura semplice ma estremamente curata nei dettagli (dotata di un motore Megaton turbo) che, nella Stagione 1988, l’ultimo anno dell’era turbo, raccoglie la bellezza di 23 punti mondiali che valgono alla Squadra Arrows la quarta piazza nella Classifica Costruttori. Un risultato eccezionale che apre la strada a nuovi scenari e proietta il Team di Milton Keynes ai vertici della Categoria.

Dopo due Stagioni in sordina, nel 1991 la Squadra viene acquistata dal gruppo giapponese Footwork (da anni sponsor), che cambia la denominazione del Team in Footwork Grand Prix. Grazie alle risorse messe a disposizione da quest’ultimo, viene concluso un accordo di collaborazione con la Casa motoristica tedesca Porsche per la realizzazione di un inedito motore a 12 cilindri aspirato. Si tratta di un’operazione analoga a quella condotta nel 1983 tra il Team McLaren e il colosso Porsche che all’epoca portò alla conquista di tre Titoli Mondiali Piloti e due Titoli Iridati Costruttori. Nel caso della Arrows-Footwork si trasforma in un’autentica disfatta. Le potenzialità dell’interessante modello FA12 (progettato da Alan Jenkins) vengono mortificate dalle prestazioni del 12 cilindri Porsche, troppo pesante e poco potente e affidabile. Dopo pochi mesi il sodalizio Footwork-Porsche viene dichiarato sciolto.

La Squadra viene nuovamente ceduta a Oliver nel 1994 dopo il disimpegno da parte della compagnia Footwork, e viene così rispolverato il vecchio nome Arrows. Nonostante il cambio di proprietà, i risultati in pista non sono eccezionali. Nel 1996 Tom Walkinshaw, titolare della TWR, rileva definitivamente il Team Arrows dalle mani di Jack Oliver. L’imprenditore scozzese è intenzionato a dare vita a una Squadra finalmente competitiva non lesinando nessuno sforzo. Nel 1997 Walkinshaw ingaggia ufficialmente il Campione del Mondo in carica, il pilota inglese Damon Hill. La nuova monoposto siglata FA17, progettata dal Direttore tecnico John Barnard, monta i propulsori nipponici V10 Yamaha. Migliore risultato per Hill, stanco e demotivato, il secondo posto nel Gran Premio d’Ungheria 1997 (Budapest).

Nel 2002 il Team Arrows porta in pista il modello A23, una delle monoposto più innovative degli ultimi anni, caratterizzata da una raffinata aerodinamica e dotata del motore ufficiale Ford-Cosworth V10. Progettata dal duo Sergio Rinland-Mike Coughlan, la nuova Arrows A23 esaspera i concetti aerodinamici attuali nella zona anteriore della monoposto. Sul fronte piloti, la Squadra si affida al pilota esperto Heinz-Harald Frentzen e al giovane Enrique Bernoldi. A metà Stagione 2002, dopo una serie di buone gare, la Squadra Arrows chiude definitivamente i battenti bloccata da ingenti debiti finanziari. Si chiude così il capitolo Arrows iniziato nel lontano 1978. Oggi Jack Oliver partecipa ad eventi di autovetture storiche.

LA CARRIERA IN FORMULA 1

Debutto: Gran Premio di Germania 1967 (Nürburgring) su Lotus-Ford 48

Ultima gara: Gran Premio di Svezia 1977 (Anderstop) su Shadow-Ford DN8A

 
GP disputati  50 Stagioni  8
Pole Position   Giri Più Veloci  1
Punti  13    

Piazzamenti a punti

       2      2   1       

CAMPIONATO DEL MONDO DI F.1

Anno

Team GP PP GPV Vittorie Posizione finale

Punti

 1967 

 Lotus-Ford 48  1      

  

  

 1968 

 Lotus-Ford 49  8    1  

 15° 

 6 

 1969 

 BRM P133/P138/P139  10      

 16° 

 1 

 1970 

 BRM P153  13      

 19° 

 2 

 1971 

 McLaren-Ford M14A/M19A  3      

  

  

 1972 

 BRM P160  1      

  

  

 1973 

 Shadow-Ford DN1A  13      

 14° 

 4 

 1977 

 Shadow-Ford DN8A  1      

  

  

* Fuori dalla parentesi i punti ritenuti validi ai fini iridati

 

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